Ufficio stampa Gemelli
Il Gemelli si conferma il miglior ospedale d’Italia. Per il secondo anno consecutivo il Policlinico universitario A. Gemelli Irccs è il primo centro italiano a comparire nella classifica stilata annualmente dal magazine statunitense Newsweek. E non solo. Rispetto al 2021, quando figurava al 45° posto nel ranking mondiale, quest’anno il Gemelli guadagna ben otto posizioni, salendo al 37esimo posto.
«È un risultato tanto più importante e in grado di rafforzare il senso di appartenenza di tutta la nostra numerosissima squadra – spiega Marco Elefanti, direttore generale della fondazione Policlinico universitario Gemelli – Questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo conferma la validità delle scelte di fondo assunte e del sistema di governo volto a coniugare l’attività didattica e di ricerca con quella assistenziale». Quello appena trascorso è stato un altro anno difficile per il perdurare dell’emergenza pandemica che ha frenato e imposto un ridimensionamento anche nei progetti da portare avanti. Ma questo, prosegue, «non ci ha impedito di guardare avanti e di disegnare un futuro popolato di iniziative e progetti di rilievo internazionale, come il nuovo centro ‘Cuore’ che sorgerà nei prossimi anni, accanto al centro ‘Brain’ per le patologie neurologiche e al ‘Cancer Center’. Resta il rammarico di essere stati esclusi in quanto privati dalle misure del PNRR rivolte al settore della sanità».
La classifica di Newsweek quest’anno ha preso in esame 2.200 ospedali in 27 nazioni; il ranking tiene conto di una serie di Key Performance Indicators (KPI), dei risultati di decine di migliaia di interviste a medici e professionisti sanitari e di questionari di client satisfaction sull’ospedale compilati da pazienti. Obiettivo di questo studio è fornire il miglior confronto tra ospedali, in termini di performance e reputation, basato su dati.
«La grande sfida della pandemia – aggiunge Rocco Bellantone, direttore del governo clinico di fondazione Policlinico Gemelli e preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica - ha richiesto enormi capacità di adattamento per affrontare, imparando spesso sul campo, problematiche inedite sul piano organizzativo e assistenziale. Chiudere interi reparti per far posto ai malati Covid, continuando nel frattempo ad assistere al meglio tutti i pazienti non Covid. Inoltre abbiamo continuato a fare ricerca di ottimo livello come è nella nostra identità di Irccs, arrivando tra l’altro ad essere tra i primi tre in Italia, nell’arco di soli tre anni da questo riconoscimento. Sono queste solo alcune delle componenti di uno straordinario sforzo collettivo».