martedì 23 giugno 2009
Cresce del 10% i redditi non dichiarati rinvenuti dalle indagini della Guardia di Finanza. Alle cosche mafiose sequestrati valori per 1 miliardo di euro. Raddoppiati i sequestri di beni contraffatti, 47 milioni di pezzi ritirati dal commercio.
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Nei primi cinque mesi dell'anno la Guardia di Finanza ha scoperto redditi nascosti al fisco per 13,7 miliardi di euro, cui devono aggiungersi recuperi di Iva dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi Irap per 8,7 miliardi. Mediamente, queste cifre confermano e sopravanzano del 10% i risultati del 2008 che si era chiuso con il consuntivo più alto degli ultimi decenni. Lo rende noto la Guardia di Finanza in occasione della Festa nazionale del Corpo.Nei primi 5 mesi di quest'anno l'azione di contrasto dei finanzieri alla criminalità organizzata si è sviluppata in oltre 2.500 controlli, che hanno portato alla confisca di beni mafiosi per 1,1 miliardi di euro. «La lotta alla criminalità organizzata ed in particolare all'accumulo dei patrimoni criminali - spiega la Guardia di Finanza - ha portato al sequestro di beni per 1,1 miliardi a seguito di accertamenti sviluppati nei confronti di 2.500 persone e società». Nello stesso periodo - prosegue la GdF - «le confische di beni a titolo definitivo ordinate dalle Autorità Giudiziarie a conclusione dei processi hanno fatto registrare un netto incremento tendenziale: in 5 mesi, confiscati 413 beni per 650 milioni di valore (a fronte di 381 milioni di tutto il 2008)».Inoltre, le indagini antiriciclaggio ed antiusura «hanno portato alla denuncia di 600 persone, di cui 115 tratte in arresto, con sequestri patrimoniali per 115 milioni e l'intercettazione al confine di capitali non dichiarati per 390 milioni».Dal 1 gennaio al 31 maggio del 2009 la Guardia di finanza ha sequestrato 47 milioni dii prodotti con marchi falsi o ingannevoli o di qualità scadente per la sicurezza dei consumatori (più del doppio rispetto al 2008); 476 le persone arrestate nello stesso periodo perchè affiliate alle organizzazioni che gestiscono l'illecito traffico «a monte».
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