mercoledì 7 febbraio 2024
Dopo le dimissioni di due deputati di Pd e Avs, il leader 5s scrive al presidente della Camera: la commissione non è imparziale. Ma Mulè (Fi): si va avanti. In Rai, sit-in dei dem contro "TeleMeloni"
Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha chiesto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, di sciogliere il Giurì sul Mes

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha chiesto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, di sciogliere il Giurì sul Mes - ANSA

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Colpo di scena, ieri, durante i lavori del Gran Giurì della Camera, che dovrà pronunciarsi sulla contesa tra la premier Giorgia Meloni e il leader del M5s Giuseppe Conte, a proposito della ricostruzione delle modalità di adesione dell'Italia al Mes. Si sono dimessi infatti due componenti d’opposizione, Stefano Vaccari (Pd) e Filiberto Zaratti (Avs), adducendo come motivazione la «mancanza di terzietà» nella conduzione dei lavori. Il presidente del Giurì, Giorgio Mulè (Forza Italia) si è detto «dispiaciuto e amareggiato per la decisione», giunta come un fulmine a ciel sereno: mai, «in nessuna occasione», ha osservato, «gli onorevoli Vaccari e Zaratti avevano manifestato alcuna lagnanza rispetto all’evolversi dei lavori», anzi avevano sempre espresso «spirito collaborativo e istituzionale». Mulè assicura in ogni caso che i lavori andranno avanti per mettere a punto la relazione conclusiva, attesa in Aula per il 9 febbraio.Ma in serata, è il leader 5s Conte a consegnare al Presidente della Camera Lorenzo Fontana (e per conoscenza a Mulè) una lettera in cui - dopo aver appreso delle dimissioni dei duìe parlamentari - chiede l'immediato «scioglimento» del Giurì perché «sono venuti a mancare i presupposti di terzietà e la possibilità di pervenire a una ricostruzione imparziale».

Un momento del sit-in convocato dal Pd davanti alla Rai

Un momento del sit-in convocato dal Pd davanti alla Rai - ANSA

La protesta dei dem in Viale Mazzini

Ma la giornata è stata segnata anche da un altro affondo dei dem, che hanno convocato e tenuto un sit-in con circa 200 persone davanti alla sede della Rai in viale Mazzini, a Roma. «Basta Tele-Meloni, basta con un servizio pubblico svilito ad essere portavoce della propaganda di questo governo e basta attacchi al giornalismo di inchiesta», ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. Alla protesta sono intervenuti anche altri parlamentari, fra cui il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e quello di Europa Verde Angelo Bonelli, Maria Elena Boschi di Italia Viva, l’ex presidente della Camera e deputata dem Laura Boldrini e l’esponente di + Europa Riccardo Magi. Al sit-in, al quale hanno aderito le associazioni Articolo 21 e Rete Nobavaglio, si è registrato qualche momento di tensione quando Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, con un megafono ha gridato: «Se oggi è Tele-Meloni, ieri era Rete-Dem». Dura la risposta di molti presenti: «Andate via fascisti, tornate con Alemanno». La protesta si è conclusa con l’intonazione del canto partigiano «Bella Ciao». Per l’azienda, a replicare è stato Marcello Ciannamea, direttore Prime Time dell’Intrattenimento Rai: «Questa cosa di Tele-Meloni non esiste, la Rai è inclusiva, nei programmi di approfondimento dà voce a tutti».

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