martedì 3 novembre 2015
Martedì la bambina disabile e malata di Aids, dopo l'appello di Avvenire e l'intervento del ministro Giannini, è entrata a scuola. Qualche preoccupazione dei genitori.
Lo sguardo dei bambini di Francesco Ognibene
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​Alle 9.30 Francesca è entrata a scuola. Sulle spalle lo zainetto rosa con gatto Silvestro e Titti. Mano nella mano con Fortuna e Antonio, i genitori affidatari che con la lettera aperta al ministro dell'Istruzione, Giannini, pubblicata da Avvenire avevano denunciato il rifiuto della scuola media San Giovanni Bosco ad accogliere la bambina disabile mentale e malata di Aids. Oggi, dopo l'intervento del ministro e una riunione operativa a Napoli, il portone dell'istituto di Trentola Ducenta si è finalmente aperto per il primo giorno di scuola per la piccola, affidata da giugno alla casa famiglia "Compagnia dei felicioni" della  Comunitá di Capodarco. "Ci siamo svegliati cantando È nu juorno 'bbuono", ci spiega Fortuna, citando la canzone di Rocco Hunt, il giovane cantautore napoletano. "Ma é sicuro? É sicuro?" ripete la piccola ancora incredula. Lo zainetto é pronto. "Ho messo i quaderni ma quanto pesano!", scherza. Si tarda un po' perchè a scuola è in corso un incontro informativo coi genitori degli alunni. Intanto in casa, la ex villa del boss dei "casalesi", Dario De Simone, entra un uccellino, svolazza e poi esce libero da una finestra. "Che dici, è un segno?", commenta Antonio. Si parte allora. E davvero per Francesca si aprono le porte. Fuori alcune mamma esprimono la loro preoccupazione. Qualcuna dice che la scuola non è adatta, non c'è posto, che i bagni sono sporchi. Dubbi, paure. Alle quali più tardi daranno risposte i responsabili della Asl. Ai genitori che temono un rischio per la salute dei propri figli ha risposto il ministro Giannini: "Mi sento di dire che la scienza è la cornice che dà tutte le garanzie per valutare quali sono i casi di pericolosità nella compresenza di bambini all'interno di una comunità, in questo caso scolastica, e quali sono i casi in cui non c'è alcun rischio. Questo è un caso del genere, quindi non credo che si possa rimanere prigionieri di un pur comprensibile timore che però è infondato". Qualche polemica ancora nel piccolo paese, il cui sindaco, Michele Griffo, ha difeso il preside, "un professionista capace e aperto. Il problema è che lui non sapeva della malattia della piccola fino a quando la notizia non è comparsa qualche giorno fa sull'Avvenire. Se non ha voluto iscriverla era solo per ragioni tecniche, ovvero di sovraffollamento dell'istituto. È stato il ministro, con le sue parole, ad alzare un polverone facendo passare Trentola per una comunità chiusa e ignorante. E questo è inaccettabile". Il ministro Giannini ha risposto in conferenza stampa: "Credo di aver esercitato con tempestività e senso di giustizia il mio dovere, che è quello di garantire a tutti gli studenti in condizioni anche di svantaggio e disabilità, come in questo caso, di usufruire del diritto di istruzione che è un diritto fondamentale".
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