Martedì Francesca potrà rimettere sulle spalle il suo zainetto rosa. Quello che un mese e mezzo fa aveva dovuto riporre dopo il 'no' ad accoglierla della scuola media del suo paese. Lei piccola disabile di 11 anni, ammalata di Aids. Martedì sarà invece proprio quell’istituto ad aprirle le porte per il suo 'primo giorno di scuola'. È stato deciso ieri in un incontro tra i responsabili scolastici provinciali e regionali, e i genitori affidatari della bambina, Fortuna e Antonio, che con la loro lettera aperta al ministro dell’Istruzione Giannini, ospitata da
Avvenire, avevano denunciato questa «violenza istituzionale». E raccontato che «a Francesca, che ogni mattina era pronta con lo zainetto sulle spalle per andare a scuola, e oggi non lo è più, abbiamo dovuto spiegare con parole semplici che la scuola che lei sapeva sarebbe stata anche 'sua' ancora non è pronta ad accoglierla, perché ha paura della malattia ». Ieri, dopo il positivo incontro a Napoli, racconta Fortuna «quando siamo tornati ci siamo abbracciati e abbiamo ballato». Perché alla bambina piace molto ballare, è un suo modo di esprimersi. Anche se in lei rimane l’incredulità. «Ma mi dite bugie?». Ma lo zainetto rosa la convincerà che è proprio vero. Un incontro non facile, quello di ieri. È stata letta la lettera del ministro in risposta ai due genitori affidatari con l’assicurazione che «Francesca tornerà in classe». Sono emerse ancora resistenze ma poi, sottolinea Fortuna «il registro è cambiato e abbiamo lavorato tutti insieme per la bambina». Ora, aggiunge, «il cuore è gonfio di gioia. Abbiamo solo il rammarico che per raggiungere questo risultato abbiamo dovuto gridare ma lo abbiamo fatto per Francesca. Per questo abbiamo scelto
Avvenire per lanciare la nostra denuncia, per evitare gli sciacalli. E lo abbiamo spiegato nell’incontro». Domani, ci dice ancora Fortuna, «andremo tutti insieme a Messa per ringraziare il Signore che ci ha dato forza e ha creato le condizioni per aprire quella porta». Per lunedì lancia un appello. «Sarebbe bello che venisse tutto il paese ad accompagnare Francesca». Di sicuro ci saranno tutti i 'fratelli' della casa famiglia e altrettanto sicuramente, ci spiega Fortuna «faremo una bella foto a questo primo giorno di scuola che affideremo anche questa ad
Avvenire per farla avere al ministro». Il ministro Giannini commenta positivamente la soluzione del caso. «Qualunque sia la ragione, intanto il primo risultato fondamentale è che la scuola apre le sue porte e se qualcuno avesse delle responsabilità vedremo». Ma non può fare a mano di riflettere: «Onestamente a memoria del ministero, di persone che sono lì da decenni, è il primo caso di una bambina affetta da Aids che si trova in questa situazione. Laddove le patologie non sono pericolose per la comunità come in questo caso, è assolutamente inaccettabile che ci si ponga il problema di non includere un bambino o un alunno nel suo percorso didattico». E un ringraziamento «per la solidarietà espressa per la nostra Francesca e per l’impegno che permetterà alla bambina di frequentare finalmente una scuola» arriva al ministro da don Vinicio Albanesi, responsabile della comunità di Capodarco, della quale fa parte la casa famiglia campana. Ora «l’auspicio – conclude don Vinicio – è che l’accompagno di situazioni particolari diventi normalità».