Davvero singolare il tempismo con cui, mentre Beppino Englaro faceva sapere che le foto scattate alla figlia Eluana, presso la casa di riposo ' La Quiete', erano state da lui autorizzate, la procura di Trieste decideva di non convalidare il sequestro del materiale fotografico. Sequestro avvenuto da parte dei carabinieri di Udine. Immediatamente le 130- 140 foto sono state restituite a Bruni. Al termine dell’esame del verbale di sequestro probatorio il pm Federico Frezza – procura di Trieste – ha ritenuto «inesistente in radice» l’ipotesi di reato formulata dai Carabinieri dal momento che non esisterebbe alcun provvedimento dell’autorità e il protocollo è una scrittura privata. Ma i limiti previsti dal protocollo per l’accesso a quella stanza? Sono stati posti da Englaro stesso, in qualità di tutore della figlia per cui - secondo il ragionamento fatto in procura - lo stesso Beppino poteva decidere di derogare a tali limiti. Ecco infatti il padre di Eluana confermare, attraverso gli avvocati Angiolini e Campeis, «che le riprese fotografiche relative alla figlia Eluana e ai luoghi ove la stessa è stata ricoverata ad Udine sono state autorizzate, nell’esercizio della potestà del Tutore e quindi nell’esercizio di un potere privato, per i soli fini della documentazione clinica e per le sole esigenze del trattamento sanitario ». Nessun problema quindi, a quanto pare, perché il padre trattenga le foto e la memoria che gli sono state passate da De Monte. Francesco Dal Mas Già restituite tutte le immagini. Gli avvocati di Englaro: l’autorizzazione era stata concessa direttamente dal padre