martedì 3 agosto 2010
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Due ore e mezza. Nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta “Loggia P3”,  tanto è durata l’audizione del presidente della Lombardia Roberto Formigoni, alla Procura di Roma, davanti al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al sostituto Rodolfo Sabelli.«Sono stato audito come testimone – ha detto il governatore della Lombardia – e sono rimasto testimone. Mi sono state rivolte domande su fatti di cui potessi essere a conoscenza. Non è mia intenzione rompere il segreto istruttorio». Successivamente però, la portavoce di Formigoni, ha aggiustato il tiro. «Il presidente della Lombardia – ha detto – non ha mai affermato “sono ancora testimone” o “rimango testimone”. Alla domanda di un giornalista che ha chiesto se fosse in Procura in tale veste ha risposto: “Assolutamente sì. Sono stato audito in qualità di testimone. Non intendo rompere il segreto istruttorio”». Formigoni, poi, salendo in macchina, ha raccontato ancora la portavoce, con la mano ha fatto il gesto «roger» (pollice alzato) ai fotografi e alle telecamere. Tuttavia, ora i magistrati starebbero valutando le dichiarazioni di Formigoni, confrontandole con quelle di due suoi stretti collaboratori: Paolo Alli e Mauro Villa, quest’ultimo citato nelle carte processuali con lo pseudonimo “Willy”.Durante il colloquio con i magistrati Formigoni, infatti, dovrebbe aver fornito spiegazioni in merito alle presunte pressioni che alcuni membri della P3, tra cui l’ex giudice tributario Pasquale Lombardi e l’imprenditore campano Arcangelo Martino, avrebbero esercitato sulla Corte di Appello di Milano, diretta a suo tempo da Alfonso Marra, per fare accogliere un ricorso elettorale della lista “Per la Lombardia” che faceva capo a Formigoni esclusa dalle ultime elezioni regionali. Il governatore lombardo dovrebbe avere anche spiegato le presunte pressioni esercitate successivamente da alcuni esponenti della P3 per ottenere un’ispezione ministeriale a carico del collegio che respinse il ricorso in questione. Intanto, dopo che negli scorsi giorni sono stati interrogati, in quanto indagati, personaggi di punta del Pdl come il coordinatore nazionale Denis Verdini, il senatore Marcello Dell’Utri e il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati stanno mettendo a punto il calendario dei prossimi interrogatori. Dopo Formigoni, sono già convocati negli uffici della Procura romana, per audizioni come testimoni, il capo dell’ispettorato del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller, l’ex avvocato generale della Cassazione Antonio Martone e l’ex presidente della Corte di Cassazione Vincenzo Carbone.Sulla vicenda si muove anche il Parlamento. Ieri trenta parlamentari, 21 del Partito Democratico e 9 Radicali, hanno presentato sia alla Camera che al Senato un’interrogazione per chiedere conto al governo di quanto successo con l’affaire “P3-lista elettorale Formigoni”.
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