Il presidente della Lombardia Attilio Fontana - ANSA
«Con il senno di poi sono tutti bravi e avrebbero saputo cosa fare, certo...». Risponde così il governatore Attilio Fontana alle critiche ricevute dalla sua amministrazione sulla gestione dell’emergenza Covid durante i mesi duri della pandemia. Per il presidente, che si candida alla guida del centrodestra (Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Noi Moderati e liste civiche) per un secondo mandato a Palazzo Lombardia (si voterà il 12 e il 13 febbraio), la regione ora deve continuare ad essere uno dei motori economici dell’Unione Europea, anche grazie a nuove infrastrutture, al potenziamento del sistema ferroviario e alla sostenibilità, senza dimenticare «il sociale e l’aiuto ai fragili». «Nel raggiungimento di questi obiettivi sarà centrale l’ottenimento dell’autonomia», aggiunge Fontana.
Presidente, cosa ne pensa dell’attuale proposta di Calderoli sull’autonomia?
L’autonomia cui io credo e alla quale crede anche il ministro Calderoli è quella della responsabilità. Non dimentichiamo che è una riforma prevista dalla Costituzione. I vantaggi principali sarebbero una maggiore efficienza e una capacità di dare risposte migliori al territorio, anche in termini di risparmio. La Lombardia è la regione italiana che costa in assoluto di meno: ogni suo cittadino costa 1.400 euro in meno della media nazionale. Questi sono dati di fatto inconfutabili.
Presidente, ci sono dei “mai più” che vorrebbe dire dopo questi 5 anni di amministrazione viziati dalla pandemia arrivata come un fulmine a ciel sereno?
Sinceramente non ho dei “mai più” da dire, tutto quello che è accaduto mi sarà sicuramente utile per affrontare la prossima legislatura, ogni cosa arricchisce il bagaglio delle proprie esperienze. Occorre farne tesoro per affrontare sfide sempre maggiori.
Ormai siamo nella coda della pandemia, ma i suoi avversari continuano a criticarla sulla gestione, in particolare il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino…
Con il senno di poi sono tutti bravi e avrebbero saputo cosa fare. Anche Kathleen Van Brempt, l’ eurodeputata che presiede la Commissione speciale del Parlamento sulla pandemia di Covid-19, di cui Majorino fa parte, in occasione della visita a Milano, con lui presente ha riconosciuto che la Lombardia è stata colpita da un nemico “sconosciuto e sleale” e che con la nostra esperienza, “molti altri Paesi hanno potuto preparare la loro risposta a questa enorme crisi sanitaria”. Questa è la verità.
Sempre sul tema sanità cosa pensa di fare a sostegno dei fragili e per ridurre le liste d’attesa?
Con l’arrivo dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso siamo riusciti a riprendere ciò che avevamo iniziato prima del Covid. Oltre 20mila cittadini che avevano appuntamenti non in linea con i tempi previsti dalla prescrizione sono già stati ricontattati e hanno potuto anticiparlo. All’inizio di questa settimana abbiamo approvato un’altra delibera per il contenimento dei tempi di attesa per le prestazioni di diagnostica per immagini, come Tac, risonanza magnetica e altro, e la realizzazione di un cruscotto di monitoraggio a disposizione alle ATS e Agenzia dei Controlli per la programmazione ed il monitoraggio sul territorio. Abbiamo previsto incentivi per il personale ospedaliero nelle strutture pubbliche per incrementare l’offerta e approfondimenti finalizzati al miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. La carenza di personale medico non aiuta, ma confidiamo che con la collaborazione di tutto il sistema potremo compiere grandi miglioramenti.
Se riconfermato quale sarà il primo provvedimento che intende far approvare?
Continuare il lavoro per abbattere le liste d’attesa e garantire a tutti i cittadini l’accesso alle prestazioni nei tempi appropriati.
La sua giunta ha votato la riforma della sanità proposta da Letizia Moratti che ora corre con una sua lista e per il Terzo Polo. Ma ora la sua ex vicepresidente l’accusa di aver difeso lo status quo…
Preferisco non commentare, anche se mi permetto di sottolineare che la riforma era di tutta la giunta. L’unica verità è che fino a qualche giorno prima del suo passaggio al Terzo Polo voleva essere la candidata del centrodestra.
Cosa intendete fare per i territori di montagna e le province della “Bassa”? Si era parlato con l’assessore Guidesi di generare a Cremona e Mantova un polo intermodale basato sulla mobilità fluviale
Rivendico con orgoglio la scelta di avere istituito un assessorato specifico per la montagna e i piccoli comuni, che ha lavorato molto bene in questi anni, a fianco delle istituzioni e comunità locali. In particolare, con il programma per le aree interne, stiamo investendo quasi 200 milioni di euro per progetti di sviluppo integrato insieme a comuni, province e comunità montane, dopo avere portato a 14 le aree coinvolte, che prima erano solo 4. Abbiamo, poi, restituito alle province le funzioni di gestione delle attività portuali, inoltre vogliamo istituire in quei porti delle zone di libero scambio per facilitare gli investimenti. Stiamo solo aspettando il via libera formale da parte del governo.
Misure per il contenimento della CO2? Quale politica dì sostenibilità ha in mente per la Lombardia?
Prevedere l’utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale e agevolare il riutilizzo del materiale riciclato prodotto dalle operazioni di bonifica; sviluppare la realizzazione di Comunità energetiche lombarde anche sostenendo nella progettazione i Comuni; rispettare e aggiornare gli impegni internazionali per contrastare i cambiamenti climatici; transizione ecologica verso la decarbonizzazione del territorio e sviluppo delle energie rinnovabili.
Cosa può fare per migliorare il servizio dei pendolari e perché vuole terminare Pedemontana?
Cinquant’anni fa circolavano in Lombardia 500 treni al giorno, oggi ne circolano 2.200 sulla stessa rete. Una rete che appartiene a Rfi, vecchia e non più in grado di sopportare il traffico attuale. Rinnovarla era un impegno che Ferrovie dello Stato si era assunto nel 2019, quando sottoscrisse un impegno per 14 miliardi, rimasto lettera morta. Noi la nostra parte la stiamo facendo: abbiamo investito 2 miliardi per acquistare 220 treni nuovi e 70 sono già in esercizio. Ora che c’è il ministro Matteo Salvini sono certo che i lavori di Rfi subiranno un’accelerata. Voglio concludere la Pedemontana perché collega il territorio da est ad ovest, perché è un’autostrada urbana, moderna e sostenibile. Quello che pochi sanno poi è che Pedemontana è quasi interamente realizzata in trincea e galleria, risponde quindi alle sfide del domani: innovazione tecnologica, cambiamento climatico e transizione ecologica.