Con il progresso della scienza e della tecnologia le tematiche di tipo bioetico si faranno sempre più al centro del dibattito, ma «la vita non si può ridurre solo a una condizione biologica». Il presidente della Pontificia accademia della vita interviene a Gubbio al seminario del Pdl e chiede di difendere la vita «dal suo inizio naturale alla sua fine naturale». Monsignor Rino Fisichella e il ministro Giulio Tremonti sono impegnati in un dibattito sull'enciclica di Benedetto XVI 'In caritas veritatè, che pone al centro dello sviluppo la persona che «non può essere frammentata» ma devve essere sempre considerata «nella sua unità fondamentale».È proprio quell'unità, sottolinea Fisichella, che impone «il rispetto della vita e della persona, di ogni vita e di ogni persona». «Più c'è il progresso della scienza e della tecnologia e più inevitabilmente si porranno tematiche di ordine bioetico», prevede Fisichella. Porta ad esempio i trapianti di organi: «Chi stabilirà illimite della morte? L'uomo è la macchina? Anche il medico oggi è coinvolto, ma più progredisce la scienza e più il medico si dovrà affidare alla macchina».Fisichella però avverte: «Non si può ridurre la vita solo a una condizione biologica, per questo serve un dibattito per trovare un compromesso che non umili nessuno».