lunedì 3 agosto 2009
Per l'ex terrorista «nero», già condannato all'ergastolo, è terminato il periodo di libertà vigilata e ora è completamente libero. Napolitano: stagione di violenza. Il ministro Bondi contestato alla cerimonia pubblica.
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La commemorazione della strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980, che costò la vita a persone, causa nuove polemiche: il ministro Sandro Bondi, presente a nome del governo, viene fischiato dalla folla. Fioravanti in libertà. Per l'ex terrorista dei Nar Valerio Fioravanti - condannato all'ergastolo per la strage della stazione di Bologna - già da qualche mese, è scattato il termine dei cinque anni di libertà condizionata con la conseguenza che la sua pena è stata dichiarata estinta e, ora, è a tutti gli effetti un uomo libero. A confermare la notizia riportata oggi sul Corriere della Sera è l'avvocato Michele Leonardi, che ha assistito Fioravanti e la moglie Francesca Mambro, anche lei condannata per la stessa strage, e che potrebbe riacquistare la piena libertà nel 2013 avendo ottenuto la libertà vigilata solo da un anno. Napolitano: stagione di violenza. La strage alla stazione di Bologna fu frutto di una «stagione di folle violenza terroristica che non va dimenticata» perchè solo dalla memoria nasce la «cultura della convivenza pacifica». Lo ha detto il presidente Napolitano nel messaggio ai familiari delle vittime della strage di cui ricorre oggi il 29.mo anniversario. Il presidente della Camera Fini ha definito «dovere assoluto delle istituzioni accertare la verità in tutti i suoi aspetti» mentre il presidente del Senato Schifani  ha auspicato che il «ricordo delle vittime promuova una rinnovata coscienza democratica». Il premier Berlusconi ha definito la tragedia di Bologna come «ancora viva in memoria italiani».Bondi contestato. Il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi è stato fischiato appena ha preso la parola alla stazione di Bologna per la cerimonia di commemorazione della strage e non ha completato il suo intervento. L'episodio, ha detto Bondi, dimostra che l'odio politico e ideologico è ancora profondo in Italia.
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