mercoledì 16 dicembre 2009
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«Il semplice fatto che si debba auspicare un confronto civile, vuol dire che negli ultimi mesi, negli ultimi anni, si era superato il livello di guardia». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante il tradizionale scambio di auguri con l’Associazione della stampa parlamentare, aggiungendo che «non è corretto addebitare questa responsabilità all’una o all’altra parte». La terza carica dello Stato ha richiamato l’appello a fermare l’esaperazione dei toni fatto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Credo - ha sottolineato - che non si possa aggiungere nulla a quello che ha detto, sarebbero sufficienti quelle parole». Secondo Fini il monito di Napolitano dovrebbe essere «stella polare per tutti». Se questo auspicio dovesse verificarsi, ha aggiunto, «il nuovo anno comincerebbe davvero in un clima diverso». Fini ha poi auspicato che il 2010 sia l'anno della riforma della seconda parte della Costituzione. Il presidente della Camera ha chiesto di partire da due questioni principali: il Senato federale e il rapporto tra legislativo ed esecutivo. «Auspico - ha sottolineato - che siano coinvolte tutte le voci in modo che si raggiunga la più larga maggioranza parlamentare possibile». Non si tratta, ha detto , di esercitare soltanto «buona volontà», ma anche di cogliere una «concreta possibilità».L'istigazione alla violenza. «Credo che il dovere di stroncare sul nascere qualsiasi forma non soltanto di violenza ma qualsiasi comportamento o atteggiamento che possa configurarsi come istigazione alla violenza in tutta la gamma dei comportamenti possibili debba essere avvertito da tutti - ha poi commentato Fini -. Al tempo stesso credo che non ci sia necessitá nella nostra legislazione di norme aggiuntive, c'è semmai la necessitá della corretta applicazione delle norme esistenti». Il presidente della Camera ha poi sottolineato che «una democrazia è tale quando combatte duramente ogni atteggiamento di tipo eversivo, ogni democrazia è equilibrata quando riesce a garantire il massimo della libertá in tutte le sue forme, a partire dalla libertá di espressione che è uno dei pilastri dell'ordinamento democratico».
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