Dopo che ieri in un comizio in Piemonte il leader della Lega Nord Umberto Bossi aveva definito suicida la proposta del presidente della Camera Gianfranco Fini di dare il voto agli immigrati regolari alle Amministrative, oggi l'ex leader di An ha replicato che sarebbe invece un "suicidio" negare i diritti agli stranieri residenti."Lo dico a Bossi: negare che accanto alla politica dei doveri verso gli immigrati ci sia la politica dei diritti non credo sia un suicidio politico ma è il suicidio della ragione, non solo della pietà cristiana", ha detto Fini davanti alle telecamere, ospite dell'assemblea dei centristi dell'Udc a Chianciano Terme."È nel nostro interesse ragionare su queste questioni".Ieri, in un comizio a Paesana, in provincia di Cuneo, dopo la ormai tradizionale cerimonia leghista del prelievo dell'acqua del Po, Bossi aveva detto all'indirizzo di Fini: "Ognuno è libero di suicidarsi come vuole... Ognuno è libero di fare quel che vuole, ma dare il voto agli immigrati è una scelta sbagliata, non è quello che vuole la gente".Nei giorni scorsi, il capo della Lega, che è anche ministro delle Riforme, aveva detto già "Quello lì è matto", parlando di colui con il quali seppure anni addietro firmò una legge restrittiva sull'immigrazione.Dopo alcuni distinguo negli ultimi mesi sul ruolo del governo e sulle prerogative del Parlamento, poi con le critiche al testo sul testamento biologico, e le ultime proposte sul voto agli immigrati e sulla modifica della legge sulla cittadinanza, Fini si è attirato le critiche di diversi esponenti del Pdl.
Controreplica di Bossi. "A casa loro, sì, dove sono cittadini. Qui sono i nostri che hanno i diritti. Qui nessuno va a dire ad altri di comandare a casa sua". Così il leader della Lega, Umberto Bossi, da Ferrara replica al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che aveva definito un suicidio della ragione negare i diritti universali, quindi anche agli immigrati.Bossi, sempre riferendosi ai diritti degli immigrati, ha poi sottolineato un paio di volte "non sono d'accordo di dare il voto agli immigrati". Prima di salire sul palco per un comizio nella piazza di Ferrara, città del segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, il leader della Lega, interpellato dai cronisti, ha spiegato inoltre che "in Emilia Romagna ci dobbiamo allargare". Alla domanda se per le regionali verrà presentato in Emilia Romagna un candidato presidente leghista, ha replicato: "Non lo so, lo decideremo nei prossimi giorni".
Riforme istituzionali. In un "preoccupante" clima, in cui la politica viene concepita come una "quotidiana corrida", le riforme sono "ineludibili" anche per arginare il rischio di un "cortocircuito" e del "degrado" delle istituzioni. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo agli Stati generali del Centro a Chianciano Terme (Si).Fini ha parlato di uno scenario "preoccupante" con una "perenne campagna elettorale" che rischia di portare a una "involuzione del sistema". Non solo. In questa situazione c'è il "rischio" di una "crisi di rigetto" per la politica che appare come una "quotidiana corrida". Occorre quindi discutere su cosa "si intenda per interesse generale, interesse nazionale" e a questo proposito, nell'agenda del governo e della politica deve rimanere "il rafforzamento delle nostre istituzioni".Mettere mano, dunque, alle riforme, è l'invito di Fini e in particolare alla "madre di tutte le riforme: unademocrazia oggi o ha delle istituzioni che possono garantire i due valori 'rappresentativa e governantè o altrimenti rischiamo il cortocircuito. Bisogna garantire i due pilastri: il ruolo del Parlamento affinchè controlli, discuta approvi o cambi le leggi e, accanto a questo, una democrazia governante, capace di poter governare".