lunedì 7 marzo 2011
Ha preso il via nell'aula della Camera la discussione generale del ddl sul testamento biologico.  Il relatore del testo, Domenico Di Virgilio (Pdl), ha aperto i lavori riassumendo i punti principali del provvedimento e spiegando che quella sul fine-vita «è una realtà che va governata».
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Ha preso il via nell'aula della Camera la discussione generale del ddl sul testamento biologico.  Il relatore del testo, Domenico Di Virgilio (Pdl), ha aperto i lavori riassumendo i punti principali del provvedimento espiegando che quella sul fine-vita "è una realtà che va governata". Il diritto alla vita, ha sottolineato, "è sempre stato garantito in tutte le società ed è un principio laico comune a credenti e non credenti. Rispettiamolo tutti. Credo che dobbiamo fare tutti una discussione spogliandoci delle ideologie. Questa legge non è ideologica. Se vogliamo il bene del paziente, dobbiamo approvarla in modo incondizionato e trasversale". Il Governo in aula è rappresentato dal sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, che ha rimandato il suo intervento. Antonio Palagiano (Idv), come relatore di minoranza, ha denunciato come il ddl sia "strumentale alla maggioranza" e abbia subito "una accelerazione improvvisa dopo il caso Ruby".Invece, "questa legge meritava più rispetto e non doveva essere una partita di pallone dei sostenitori della vita contro gli altri". Palagiano ha concluso il suo intervento parlando della libertà che "significa poter scegliere e governare la propria vita. Per cui non è negoziabile neanche nel fine vita". Sono iscritti a parlare 24 deputati.
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