Torna ad avere il segno più il margine operativo lordo dei quotidiani italiani dopo un 2009 che èstato un vero e proprio 'annus horribilis' del settore. Il mol aggregato delle imprese editrici dei quotidiani nel 2010 è stato infatti di 118 milioni di euro, con una incidenza sul fatturato pari al 4 per cento, recuperando così i livelli del 2008. Il dato è contenuto nel rapporto Fieg sullo «stato di salute» della stampa in Italia nel triennio 2008-2010, presentato oggi dal responsabile dell'Ufficio studi della Fieg, Federico Megna, dopo una breve introduzione-saluto agli intervenuti del presidente della stessa Federazione italiana degli editori giornali, Carlo Malinconico Castriota Scanderberg. Un balzo in avanti non di poco, se si pensa che nel 2009 era stato registrato un calo preoccupante, ovvero il mol era sceso sotto la linea dello zero, risultando negativo per 30,8 milioni di euro. Una caduta davvero senza freni, considerando che l'anno prima il mol era stato di 158,1 milioni, e peraltro già allora in notevole calo rispetto al 2007, quando la cifra finale era stata di 261,6 milioni. Sempre sul fronte dei quotidiani, nella relazione si sottolinea inoltre che il ritrovato equilibrio delle condizioni di gestione traspare anche dall'andamento ricavi/costi delle società editrici quotate in borsa. Nel 2009 la flessione dei ricavi (-14,3 per cento) non era stata compensata dalla diminuzione dei costi (-8,5 per cento), determinando una forte contrazione del mol (-62,6 per cento) ed una perdita netta di 172,8 milioni di euro. Nel corso del 2010 l'andamento si è gradualmente rovesciato e, nell'arco dei primi nove mesi dell'anno, grazie alla ripresa dei ricavi (+0,6 per cento) e al più accentuato calo dei costi (-4,0 per cento), il mol si è più che raddoppiato (+104,6 per cento) e si sono riaffacciati utili netti per 58,1 milioni di euro. La premessa introduttiva della relazione del responsabile dell'Ufficio studi della Fieg è che le ricadute della crisi economica sul settore dell'editoria giornalistica nel biennio 2008-2009 sono state pesanti. Infatti, ai contraccolpi della congiuntura di forte connotazione recessiva che non ha risparmiato alcun settore merceologico, "si sono sommati gli effetti di squilibri strutturali da lungo tempo presenti eirrisolti, nonchè quelli derivanti dalle intense trasformazioni tecnologiche che hanno profondamente cambiato il sistema dell'informazione". Nuovi mezzi, nuovi processi di integrazione multimediale, nuove modalità di fruizione e di condivisione dei contenuti: "tutti fenomeni - dice la Fieg - il cui comune denominatore è rappresentato dall'impiego esteso delle tecnologie digitali che hanno alterato gli squilibri preesistenti ed imposto modelli di business la cui redditività, peraltro, appare ancora incerta". E però, "nonostante le forti criticità, accentuate dall'improvvido depotenziamento delle politiche di sostegno pubblico", le imprese editrici hanno dimostrato nel 2010 e in questo primo scorcio dell'anno in corso una "notevole capacità di reazione, a riprova della volontà di restare protagoniste" in un mercato della comunicazione che cambia incessantemente.In un mercato caratterizzato da una domanda strutturalmente debole, le aziende non hanno avuto alternative alla ricerca dell'equilibrio dei conti attraverso il contenimento delle voci di spesa. Così, nel 2009 la flessione del fatturato editoriale (-11,9 per cento) era stata determinata dal calo degli introiti pubblicitari (-16,3 per cento) e da quello più contenuto dei ricavi da vendita (-6,0 per cento). Su questi ultimi aveva anche influito il pesante arretramento delle vendite di collaterali (-23,0 per cento). Ma a fronte di tale andamento i costi di produzione "erano scesi soltanto del 6,6 per cento, determinando il forte squilibrio dei conti economici" accennato in precedenza. L'azione di contenimento dei costi aveva dato risultanti evidenti soprattutto sul terreno degli oneri relativi all'approvvigionamento di carta (-14,5 per cento) e ai servizi (-9,7 per cento), mentre le spese del personale erano rimaste invece sostanzialmente invariate, "anzi con una leggera tendenza all'aumento (+0,2 per cento), nonostante la riduzione del numero degli addetti (-3,8 per cento)". Lo scorso anno la situazione è migliorata sul piano degli equilibri gestionali, in quanto la contrazione dei ricavi editoriali si è notevolmente attenuata (-1,2 per cento), mentre "si sono andate accentuando le politiche di contenimento dei costi (-6,1 per cento) che hanno investito anche le spese del personale ( 9,5 per cento)". La riduzione dei costi, in particolare di quello del lavoro, "è stata una necessità - dice la Fieg - per imprese ad elevato valore aggiunto come sono quelle editrici di quotidiani".