Gli Stati generali della natalità - Siciliani
Sono iniziati gli Stati generali della Natalità, la kermesse italiana dedicata al tema del futuro e delle nascite organizzata dalla Fondazione per la natalità, presieduta da Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari. Appuntamento oggi e domani a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione, per approfondire la sfida dell’inverno demografico, favorire i temi dell’armonizzazione lavoro-famiglia nelle aziende e promuovere un patto per la natalità.Con lo slogan 'Si può fare!', anche quest’anno istituzioni, imprese, media, politica, sport e mondo della cultura si ritroveranno insieme per fare squadra e «firmare alla lavagna», davanti a 2mila studenti, la volontà di impegnarsi per futuro del Paese. In apertura sarà intervistato Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat.
Il panel politico, previsto domani, prevede la partecipazione di Carlo Calenda, Laura Castelli, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Ettore Rosato, Licia Ronzulli, Matteo Salvini.
La ministra Bonetti - Ansa
L’impegno è avere i decreti attuativi del Family act entro fine legislatura e correggere «eventuali criticità» nell’assegno unico. Impegni che la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti assume nel giorno in cui la legge-delega per le politiche familiari entra ufficialmente in vigore.
Da oggi il Family act è legge di Stato…
Oggi l’Italia diventa un Paese migliore perché sceglie con forza di investire dando atto e concretezza alla riforma delle politiche familiari e di investire nelle famiglie per il ruolo sociale che hanno, sceglie d’investire nelle nuove generazioni riconoscendo il valore della natalità come elemento di cui tutti dobbiamo farci carico e prenderci cura. E riconosce che in questo contesto serve liberare le energie di tutte e tutti, creare alleanze tra le generazioni, tra i generi e mettere in campo il protagonismo delle donne e dei giovani in modo particolare. Questo accade in un giorno importante in cui si aprono gli Stati generali della natalità promossi dal Forum delle associazioni familiari. Il governo ne è pienamente consapevole, al punto di aver scelto di investire su questi capitoli come mai finora, non solo in termini di risorse economiche ma di strutturalità e di visione delle politiche.
Parla la ministra Bonetti nel giorno in cui entra in vigore la legge-delega: priorità ai decreti su educazione e congedi.
Ora però servono i decreti attuativi, da quale partire?
Un fronte prioritario del Family act è quello del sostegno al compito educativo delle famiglie. Questo lo realizziamo dando compimento al progetto sugli asili nido finanziato dal Pnrr con 4,6 miliardi, ma uno dei primi decreti da mettere in campo è quello che dovrà garantire quei servizi alle famiglie – con un aiuto economico – per sostenere il carico educativo verso i figli, non solo gli asili nido. Il bonus nido è già strutturale ma va integrato e ampliato, vanno introdotti tutti quegli strumenti contenuti nel Family act di sostegno all’educazione dei figli durante l’intero corso di vita. Inoltre serve una valorizzazione del Terzo settore e delle agenzie di educazione non formale, che insieme all’ambito scolastico rappresentano un passaggio chiave e un principio d’ispirazione del Family act. Secondo tema da affrontare con prontezza è definire la riforma dei congedi parentali introducendo l’aumento dei giorni nel congedo di paternità, l’aumento delle indennità e introducendo strumenti adeguati anche per i lavoratori non dipendenti. Terzo tema fondamentale è quello di un’ulteriore spinta al lavoro femminile, incentivando le aziende ad azioni di promozione di welfare a sostegno della genitorialità, ma anche di valorizzazione del lavoro femminile e di accompagnamento della maternità, perché non diventi né un costo per l’impresa né un momento fragile nella carriera delle donne.
E i tempi?
Questi decreti intendo portarli avanti entro il termine di questa legislatura, il Family act ha un tempo per i decreti attuativi nella sua interezza di ventiquattro mesi.
Una discreta platea di potenziali beneficiari non ha fatto domanda per l’assegno unico. Come convincerli?
In realtà i numeri aumentano mese dopo mese, siamo arrivati a fine aprile a tre quarti della platea. La risposta insomma è alta, comunque serve far sapere che l’assegno unico sta dando nella stragrande maggioranza dei casi esiti molto significativi dal punto di vista economico. Ovviamente stiamo monitorando il percorso per risolvere eventuali criticità, ma la percentuale dei nuclei svantaggiati è davvero residuale. Comunque il governo è al lavoro, insieme al Parlamento, per un ragionamento serio di revisione dell’Isee. Ricordo che però un investimento strutturale di 20 miliardi di euro, quasi 7 in più del passato, è davvero inedito nel nostro Paese.
Il governo ha introdotto il bonus elettricità, ma non tiene conto dei carichi familiari. Perché?
Il bonus elettricità ha una valenza diversa. Mentre l’assegno è un investimento sui figli e sulla famiglia, i 200 euro sono a compensazione di redditi individuali che hanno perso potere d’acquisto. Quindi non è un sostegno alle bollette delle famiglie. Una misura in questo senso è invece l’annullamento dei rincari sulle bollette di luce e gas. Abbiamo voluto estendere la platea a chi ha fino a 12mila euro di Isee.