lunedì 9 luglio 2012
​Con il vertice parte il processo che deve tradurre in atti le decisioni dei leader e convincere i mercati ancora scettici che ancora non si fidano delle decisioni Ue.
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​Sulle misure anti-crisi, scudo anti-spread in testa, l'Italia guadagna un alleato di ferro: quella Francia che oggi, mentre rinnova l'amicizia con la Germania a Reims, spinge anche l'acceleratore sul meccanismo per far scendere la febbre dei tassi che rischia di restare prigioniero nelle trattative post-vertice Ue. Con l'Eurogruppo parte infatti il processo che deve tradurre in atti le decisioni dei leader e convincere i mercati ancora scettici che, per Mario Monti, ancora non si fidano delle decisioni Ue. E mentre l'Italia vuole che si superino in fretta tutti gli ostacoli, rendendo operativi il prima possibile i nuovi poteri del fondo salva-Stati Esm (acquisto bond in funzione anti-spread, ricapitalizzazione diretta delle banche), la Germania sembra non avere tutta questa fretta: "Ogni cosa a suo tempo", ha frenato il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble, escludendo che la supervisione bancaria, la prima delle misure Ue da rendere operative, si avrà già nel 2012. L'intesa Italia-Francia è stata ribadita durante l'incontro che il premier Monti e il ministro francese dell'Economia, Pierre Moscovici, hanno avuto a margine della conferenza Rencontres Economiques ad Aix-en-Provence. "Dobbiamo parlare subito, già nell'Eurogruppo di domani, di unione bancaria e scudo anti-spread per aiutare chi, come l'Italia, ha un problema con la volatilità dei tassi", ha detto Moscovici al termine del bilaterale. Per descrivere le prossime tappe dell'Eurozona, il ministro ha utilizzato "l'immagine di Monti, che mi piace molto: 'Abbiamo aperto una porta che era chiusa, ora dobbiamo decidere la strada da prendere".La strada è però piena di ostacoli: il primo, le resistenze della Germania e dei suoi alleati tripla A (vedi Finlandia, Olanda e Austria), che vincolano lo scudo anti-spread alla supervisione bancaria, e che è visto da molti osservatori come un rimandare 'sine die' quelle misure che invece l'Italia e la Francia vorrebbero operative da subito, per frenare l'altalena degli spread.Ma come Parigi e Roma cercano di accelerare, Berlino frena: "L'Eurozona non è forte, serve l'unione politica", ha detto la cancelliera Angela Merkel, richiamando indirettamente alla cessione di sovranità da parte degli Stati Ue, tasto dolente per la Francia che non è del tutto pronta a farlo. Gli schieramenti sono sempre gli stessi: il Nord chiede prima la cessione di sovranità, e poi è disposta al sostegno ai Paesi in difficoltà, e il Sud vorrebbe invece il contrario. Ma l'Italia non ci sta ad essere considerata al pari di Grecia o Spagna: "E' curioso che l'Italia sia considerata dai colleghi del Nord come un Paese debitore anche se non ha richiesto mai aiuti, e anzi abbiamo contribuito come gli altri al sostegno di Grecia, Irlanda, Portogallo e ora Spagna", ha detto Monti, puntando il dito contro "alcuni Paesi del Nord" che con le loro dichiarazioni "inopportune" dopo il summit hanno confuso i mercati. Ed è forte della considerazione che l'Italia ha tutte le carte in regola, è vicina al pareggio di bilancio e anche all'avanzo strutturale (nel 2013), che Monti già da domani (un nuovo Eurogruppo è già in programma il 20 luglio) lavorerà perché le decisioni del summit diventino realtà in fretta, liberando così la strada anche agli aiuti alle banche spagnole.Al momento, l'ipotesi di una loro ricapitalizzazione diretta da parte dell'Esm è vincolata alla realizzazione di quella supervisione bancaria unica che Schaeuble vede lontana ("l'organismo di supervisione comune non entrerà in funzione quest'anno: è poco realistico"). Ma se non sarà l'Esm bensì il vecchio fondo Efsf a salvare le banche iberiche, gli aiuti andranno a gonfiare il debito pubblico spagnolo, facendo sfumare il tentativo di spezzare la spirale crisi bancaria-crisi dei debiti sovrani, su cui, Italia in testa, si era battuto il vertice Ue.
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