mercoledì 13 marzo 2013
​Alla requisitoria del processo d'appello Eternit per le morti da amianto il pm di Torino Raffaele Guariniello ha chiesto una condanna a vent'anni per i due imputati, il magnate elvetico Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier, ex alti dirigenti della società. Le richieste sono uguali a quelle del processo di primo grado.
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Alla requisitoria del processo d'appello Eternit per le morti da amianto il pm di Torino Raffaele Guariniello ha chiesto una condanna a vent'anni per i due imputati, il magnate elvetico Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier, ex alti dirigenti della società.Schmidheiny e De Cartier - non presenti in aula - erano stati condannati in primo grado a 16 anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche negli stabilimenti italiani del gruppo.Le richieste di pena formulate oggi da Guariniello sono uguali a quelle del processo di primo grado, in cui l'accusa era rappresentata dallo stesso pm torinese. In mattinata, durante la requisitoria, Guariniello aveva parlato di "carenze strutturali" dovute a politiche aziendali, sostenendo che gli imputati hanno consapevolmente stabilito la politica ambientale del gruppo in tutti gli stabilimenti che producevano cemento-amianto."Non siamo in presenza di eventi sporadici, ma di carenze strutturali, dovute a scelte di carattere generale e di politica aziendale, compiute a livello mondiale", ha detto Guariniello. Davanti alla corte presieduta dal giudice Alberto Oggè, Guariniello ha detto che gli imputati sono "soggetti che hanno deciso la politica ambientale del gruppo, non a Casale o a Bagnoli, ma in tutti gli stabilimenti" che producevano cemento-amianto, "con pieni poteri decisionali e di spesa". Alla Eternit spa è attribuita, a partire dagli anni '50, la morte di quasi 3.000 persone - tra operai e abitanti delle zone vicine a quattro stabilimenti italiani.
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