Isabella vole essere una principessa - Make a Wish Italia
C’è Giacomo, 6 anni e un Medulloblastoma, che è andato nello “spazio” . E poi c’è Saverio, 15 anni e un Linfoma di Hodgkin, che è arrivato fino a Barcellona per incontrare il suo idolo, Lionel Messi. Invece Vittorio, 10 anni e un’Istiocitosi, il suo viaggio lo ha compiuto nel tempo diventando per un giorno “sceriffo del Far West” . Loro sono solo alcuni dei quasi 2.400 piccoli pazienti che negli ultimi 17 anni hanno visto esaudito un sogno grazie a Make-A-Wish Italia, l’organizzazione non profit che realizza i desideri dei bambini affetti da malattie gravi.
In Italia la missione di Make-A-Wish International, nata negli Stati Uniti 40 anni fa, è stata portata da Fabio e Sune Frontani, che nel 2004 a Genova hanno deciso di fondare l’organizzazione in memoria della primogenita Carlotta, scomparsa all’età di soli 10 anni a causa di una grave malattia. Centinaia i volontari dell'associazione in tutta Italia.
Complici le restrizioni imposte dalla pandemia, nell’ultimo anno la lista dei piccoli con un sogno nel cassetto si è allungata e al momento sono circa 250 i desideri in attesa, tanti quanti mediamente ne vengono realizzati in un anno.
Per realizzarli tutti Make-A-Wish Italia lancia la campagna “Felici e più forti”. L’iniziativa solidale è attiva fino al 14 novembre. Per donare basta un sms o una chiamata da rete fissa al numero 45584.
Prima dello stop causato dalla pandemia, Make-A-Wish Italia realizzava in media 250 desideri all’anno. Sogni apparentemente semplici, come il dono di un cucciolo o una macchina fotografica. Incontri speciali con personaggi famosi, da Ariana Grande a George Clooney, da Federica Pellegrini a Francesco Totti fino all’astronauta Paolo Nespoli. La possibilità di vestire per un giorno i panni di qualcun altro: un super eroe, una ballerina, una principessa. E, soprattutto, viaggi: New York, Londra, Disneyland, una vacanza al mare. E la scienza conferma: niente come la possibilità di evadere dalla solitudine di una stanza d’ospedale, infatti, può rendere felici i bambini e le famiglie che condividono con loro il dramma della malattia.