L'imprenditore Paolo Arata in un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Youtube
Causa un nuovo terremoto nella maggioranza l’arresto di Paolo Arata, ex consulente della Lega per l'energia ed ex deputato di Fi, e del figlio Francesco. La misura è stata disposta dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro su richiesta della Dda, guidata da Francesco Lo Voi. I due sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Sarebbero, inoltre, soci occulti dell'imprenditore trapanese dell'eolico Vito Nicastri, ritenuto dai magistrati tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Il giudice ha disposto l'arresto anche per Nicastri - misura che gli è stata notificata in carcere in quanto già detenuto - e per il figlio Manlio, indagati per gli stessi reati degli Arata. Ai domiciliari è finito invece l'ex funzionario regionale siciliano dell'Assessorato all'Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione. Nell'inchiesta sono coinvolti numerosi altri pubblici ufficlaii. La Dia sta effettuando perquisizioni all'assessorato.
Il vicepremier leghista: non commento inchieste
Una tranche dell'inchiesta nei mesi scorsi finì a Roma perché alcune intercettazioni avrebbero svelato l’asserito pagamento di una mazzetta, da parte di Arata, all'ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri, affinché intervenisse con un emendamento in favore delle aziende eoliche interessate. Ed è su questo aspetto che si è scatenata la polemica politica. Con M5s e opposizioni, Pd in testa, accerchiano il Carroccio. Alessandro Di Battista invita Il movimento a continuare nella denuncia del malaffare (anche del Pd). Ma soprattutto parla della Lega come di «un partito che non sta rubando a Forza Italia solo voti. Purtroppo gli sta rubando uomini e dinamiche». Per il sottosegretario a Palazzo Chigi Stefano Buffagni «gli arresti di oggi dimostrano che su Siri avevamo ragione e che il governo si è mosso nella giusta direzione». Il vicepremier Matteo Salvini in diretta Facebook rilancia sulla riforma della giustizia, che definisce urgente. «Non commento indagini e arresti. Ho visto che anche il governatore Emiliano della Puglia è indagato ma si è innocenti fino a prova contraria, e poi le
elezioni a me piace vincerle sulle idee», commenta. In seguito, parlando con i cronisti davanti a Montecitorio, il leader del Carroccio minimizza il ruolo di Arata. «Ha partecipato a un solo convegno e me lo ritrovo consulente della Lega. Me lo presentarono come professore universitario». E «se i giudici hanno fatto quello che hanno fatto avranno avuto le loro ragioni»
Morra: Regione spieghi concessioni. Musumeci: da noi solo "no"
Il presidente della Commissione Antimafia, il pentastellato Nicola Morra punta il dito contro chi ha dato le concessioni per gli impianti eolici al centro delle indagini. «Ora in Regione Sicilia chi aveva dato concessioni per i due parchi eolici in questione con grande leggerezza dovrà fornire risposte». I dem Laura Garavini e Carmelo Miceli, componenti della commissione, invitano lo stesso Morra a convocare Salvini. Del quale Miceli chiede anche le dimissioni. Morra fa sapere di aver recentemente sollecitato la convocazione del ministro del'Interno, già attesa da dicembre. Il presidente della Regione Sicilia Carmelo Musumeci difende l’istituzione: «Arata veniva in Regione per trovare complici e si trovava di fronte a fermi e inesorabili no», afferma. Secondo la Dia di Trapani, che svolge le indagini coordinate dall'aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo, da diverse intercettazioni telefoniche e ambientali, si evince che «Nicastri è socio occulto, partecipandone alla gestione, di alcune società operanti nel settore delle energie rinnovabili formalmente riconducibili al faccendiere romano di origini genovesi Paolo Arata e al figlio Francesco Arata». Nell'ambito delle indagini la Procura di Palermo ha disposto il sequestro di otto società che operano nel campo delle energie rinnovabili.