lunedì 22 ottobre 2018
E avanza in Alto Adige, dove resiste il Svp e fa il boom il neo-fondato partito dell'ex M5s Köllensperger
Lega conquista il Trentino, Fugatti nuovo governatore
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Un’affermazione inedita del centrodestra a forte trazione leghista a Trento (46,7 per cento), una riconferma in leggero calo della Sudtiroler Volkspartei (dal 45,7 al 41,7%) a Bolzano. Sulle rive dell’Adige il movimentato passaggio in campagna elettorale di Matteo Salvini, immortalato con strudel della val di Non e birra tirolese, ha portato a rubare parte del consenso di Arno Kompatscher riconfermato governatore dell’Alto Adige e a eleggere il leghista Walter Fugatti, attuale sottosegretario alla Salute, alla presidenza della Giunta provinciale di Trento, mai guidata nella storia da esponenti del centro destra.

«Qui abbiamo replicato il risultato ottenuto lo scorso 4 marzo», la prima constatazione del nuovo governatore trentino, a sottolineare il traino del leader nazionale (sulla scheda della Lega era stampato il nome "Salvini") in un voto d’opinione confermato dal basso numero di preferenze espresse. Per Fugatti, commercialista 63enne, nato nel Veronese ma residente in Trentino da anni, è stato decisivo anche il ricompattamento del centrodestra con il sostegno di Fratelli d’Italia e Forza Italia più altre cinque liste civiche, anche autonomiste, fra le quali Associazione Fassa che si è conquistato il seggio ladino, previsto dal sistema elettorale.
Decisiva per la vittoria leghista la sofferta rottura della coalizione del centrosinistra autonomista che governava in piazza Dante a Trento da vent’anni esatti. Ha raggiunto solo il 25,4% il dem Giorgio Tonini, già senatore, che era sostenuto da una coalizione a tre punte: il Partito democratico (secondo partito al 13,9), l’Unione per il Trentino (3,9) spinta da Lorenzo Dellai e il neocostituito movimento Futura 2018 (8,9) promosso dal giornalista Paolo Ghezzi. Ha corso da solo, invece, il governatore uscente Ugo Rossi con il suo Patt (Partito autonomista trentino Tirolese) che ha ottenuto il 12,42%.

Grazie al sistema elettorale trentino, che col premio di maggioranza garantisce 21 consiglieri su 35, Fugatti potrà governare contando sui 14 suoi consiglieri, due di Civica Trentina, uno di Forza Italia e di altre quattro liste locali. Cinque seggi vanno al Pd, due a Futura 2018, uno a Unione per il Trentino, quattro al Patt e due al Movimento cinque stelle che ha ottenuto soltanto il 7,1 per cento dei voti. Fuori dal Consiglio invece gli altri candidati presidente con monolista.

Più lineare rispetto al passato il quadro a Bolzano, dove la vera sorpresa è il 15,2 per cento ottenuto dal Team Koellensperger, una lista nata appena cinque mesi fa per iniziativa personale di un grillino dissidente, Paul Koellensperger, che ha superato addirittura la Lega, comunque cresciuta in cinque anni dal 2 all’11 per cento. In caduta il Partito democratico che fa un solo consigliere (resta fuori anche l’ex vicepresidente della Provincia Christian Tommasini). Nell’aula bilingue del Consiglio altoatesino siederanno 15 uomini di Kompatscher, 6 del sorprendente Team Koellensperger, 4 della Lega, 3 dei Verdi. In calo anche la destra di lingua tedesca con due eletti dei Freiheitlichen (ne avevano 6) e due della Suedtiroler Freiheit (ne aveva 3). Completano il Consiglio un esponente grillino e uno della Lista Alto Adige nel Cuore - Fratelli d’Italia. Molto male Forza Italia, con un dato durissimo a Bolzano città (1 per cento, si dimette la coordinatrice Micaela Biancofiore).

Ora la Svp per governare con una maggioranza stabile potrebbe attirare gli uomini di Koellensperger oppure -come già ventilato in fase di campagna elettorale - puntare direttamente ad un accordo politico con la Lega che avrebbe riflessi anche sugli scranni del Consiglio regionale a 70 voti: il parlamentino, che peraltro si convoca sempre meno per amministrare le competenze residue, potrebbe trovare proprio attorno alla Lega "padrona" a Trento un equilibrio, anche in questo caso inedito, favorevole per il partito di raccolta altoatesino, sempre molto attento ai rapporti con chi siede al governo a Roma.



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