Un’affermazione inedita del centrodestra a forte trazione leghista a Trento (46,7 per cento), una riconferma in leggero calo della Sudtiroler Volkspartei (dal 45,7 al 41,7%) a Bolzano. Sulle rive dell’Adige il movimentato passaggio in campagna elettorale di Matteo Salvini, immortalato con strudel della val di Non e birra tirolese, ha portato a rubare parte del consenso di Arno Kompatscher riconfermato governatore dell’Alto Adige e a eleggere il leghista Walter Fugatti, attuale sottosegretario alla Salute, alla presidenza della Giunta provinciale di Trento, mai guidata nella storia da esponenti del centro destra.
Più lineare rispetto al passato il quadro a Bolzano, dove la vera sorpresa è il 15,2 per cento ottenuto dal Team Koellensperger, una lista nata appena cinque mesi fa per iniziativa personale di un grillino dissidente, Paul Koellensperger, che ha superato addirittura la Lega, comunque cresciuta in cinque anni dal 2 all’11 per cento. In caduta il Partito democratico che fa un solo consigliere (resta fuori anche l’ex vicepresidente della Provincia Christian Tommasini). Nell’aula bilingue del Consiglio altoatesino siederanno 15 uomini di Kompatscher, 6 del sorprendente Team Koellensperger, 4 della Lega, 3 dei Verdi. In calo anche la destra di lingua tedesca con due eletti dei Freiheitlichen (ne avevano 6) e due della Suedtiroler Freiheit (ne aveva 3). Completano il Consiglio un esponente grillino e uno della Lista Alto Adige nel Cuore - Fratelli d’Italia. Molto male Forza Italia, con un dato durissimo a Bolzano città (1 per cento, si dimette la coordinatrice Micaela Biancofiore).
Ora la Svp per governare con una maggioranza stabile potrebbe attirare gli uomini di Koellensperger oppure -come già ventilato in fase di campagna elettorale - puntare direttamente ad un accordo politico con la Lega che avrebbe riflessi anche sugli scranni del Consiglio regionale a 70 voti: il parlamentino, che peraltro si convoca sempre meno per amministrare le competenze residue, potrebbe trovare proprio attorno alla Lega "padrona" a Trento un equilibrio, anche in questo caso inedito, favorevole per il partito di raccolta altoatesino, sempre molto attento ai rapporti con chi siede al governo a Roma.