sabato 10 settembre 2011
Riprendono le lezioni per otto milioni di studenti e alcune decine di migliaia di docenti, dalle elementari alle superiori. Se vuoi raccontare quello che speri e desideri per il nuovo anno scolastico puoi scrivere a: lettere@avvenire.it
- Il primo giorno di scuola di Alessandro D'Avenia
- Appello per i giovani, quasi 12mila firme
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Lunedì la campanella suonerà per quasi 8 milioni di alunni. Ma se per la maggior parte di loro il ritorno sui banchi non sarà un momento di “festa” (le vacanze estive saranno infatti definitivamente finite), per molti adulti, insegnanti e personale amministrativo, sarà invece un primo giorno di scuola da ricordare: per 66 mila di loro, dopo una lunga attesa da precari, è arrivata l’assunzione. Circa 30 mila i posti riservati ai docenti, 36 mila quelli destinati al personale Ata.Secondo dati ministeriali, il 48,83% è stato destinato a scuole del Nord, il 22,16% prenderà servizio al Centro, il 29.01% al Sud. La carica dei nuovi docenti andrà a occupare soprattutto le cattedre della Lombardia (16,8% delle assunzioni), del Lazio (10,6%) e dell’Emilia Romagna (9,7%).Saranno 7.830.650 gli studenti a varcare la soglia della scuola, in progressiva diminuizione nelle regioni del Sud, nelle isole e nelle regioni del Nordest, in crescita nel centro Italia e nel Nordovest, dove si registra l’aumento più consistente.Gli alunni della scuola dell’infanzia saranno poco più di un milione, alle elementari, gli studenti saranno 2.571.949. Gli iscritti alle scuole medie sono 1.689mila mentre le superiori registrano il numero di iscritti più alto: 2.548.189. Salgono del 2% gli iscritti al liceo scientifico, mentre registrano un balzo in avanti, rispettivamente dell’1,2% e dello 0,5%, gli studenti del liceo linguistico e del liceo delle scienze umane. Anche negli istituti tecnici del settore tecnologico si registra un incremento delle iscrizioni pari all’1,1%, mentre fanno un passo indietro gli istituti professioni, con una flessione del 3,4%. Ilaria Sesana"COMPROMETTERSI" ALL'INIZIO DI OGNI ANNOL'inizio delle lezioni è sempre, per me, un appuntamento atteso. Perché desidero che i miei nuovi alunni comprendano subito che nella scuola c’è gente che ha a cuore la loro umanità, e che (attraverso lo studio) si può vivere l’avventura della scoperta del proprio io, della ricerca del senso delle cose, della felicità. Per questo, ogni anno mi metto in gioco, incontrandoli personalmente nelle prime ore di lezione del primo giorno di scuola proponendo loro una poesia, una canzone, un video, una testimonianza che mi hanno colpito e commosso di più nella vita. Ed è commovente, ogni anno, leggere nei loro occhi la sorpresa nel vedere il loro “Preside” che si "compromette" improvvisandosi voce recitante o cantante, o ascoltare i loro commenti su un primo giorno di scuola diverso da come se lo erano immaginato. E scoprirvi, in quegli occhi ed in quei commenti, la speranza che perfino la scuola possa essere un posto interessante da frequentare. Andrea BadalamentiVOGLIO STUDIARE NON SOLO PER I VOTIMi chiamo Mohamed Zaid e quest’anno frequenterò la terza liceo scientifico tecnologico all’istituto “Enrico Mattei” di San Donato (Milano). Sono egiziano e ci tengo a impegnarmi tantissimo per mettere in buona luce il mio Paese. Voglio sfruttare al meglio tutte le possibilità, perché in ballo c’è il mio futuro. Il nuovo anno scolastico si presenta più impegnativo rispetto ai precedenti: al triennio i voti diventano importanti per l’esame di maturità e, a quanto ho sentito, i professori diventano più esigenti. Inoltre alcuni insegnanti che mi hanno seguito nel biennio cambieranno e questo mi intimorisce. Ho promesso a me stesso che fin dal primo giorno di scuola mi impegnerò, non solo per i voti ma anche per accrescere la mia cultura, perché mi piace conoscere nuove cose, migliorare sempre di più e non stare nell’ignoranza per non sentirmi inferiore a nessuno. Spero di ottenere il massimo dei crediti, per poi puntare ad avere il 100 alla maturità così da realizzare uno dei miei sogni più grandi: andare all’università e laurearmi in biomedicina. Mohamed ZaidVIVERE L'AMICIZIA CON AMICI E PROFCon la mia famiglia mi sono appena trasferito a Milano, a causa del lavoro di mio padre, che svolge qui la sua nuova attività. Quali le mie aspettative verso il nuovo anno? Mi sento di dire un paio di cose: la prima riguarda l’esperienza fatta nei mesi scorsi in “Gioventù studentesca”, una compagnia nella quale ho scoperto una grande amicizia con Cristo, che mi permette di vivere ogni giorno grato per quello che ho e mi mette di fronte a persone che mi aiutano a vivere con verità. Da questo nuovo anno, mi aspetto di continuare questo rapporto, magari in modo diverso, ma con la stessa potenza con la quale l’ho sperimentata l’anno precedente. L’anno scorso con i miei compagni e professori ho vissuto un rapporto che andava oltre lo studio o l’insegnamento della propria materia e abbracciava tutto il mio essere. Ora desidero ritrovare questo sguardo che mi ha accompagnato in questi tre anni di liceo. Ignazio NotariUN LUOGO DOVE SI FANNO INCONTRISi ricomincia! Non ho le idee molto chiare sul mio futuro. Ma sono certa di una cosa: non vorrei mai andare a scuola se fosse semplicemente un obbligo. Io voglio scoprire il segreto della vita, avere una cultura ampia e completa.  Tante volte la scuola è come una gabbia, in cui mi viene impedito di liberare il pensiero più profondo. Ma è anche una palestra di vita e un luogo in cui possono avvenire incontri, che ti possono salvare. Ad esempio puoi incontrare professori, in grado di farti appassionare sia alla materia che insegnano, che alla realtà. Quest’anno farò la II liceo classico e questo mi richiederà grande fatica, ma sono fiduciosa nelle persone che mi hanno sostenuta fino ad ora. Diversi sentimenti contrastano in me: paura, contentezza, malinconia per l’estate appena trascorsa, ma soprattutto voglia. Voglia di riscatto, voglia di esserci davvero, voglia di crescere e di imparare una passione per la mia vita. Voglio studiare per fare grande la mia vita. Se c’è tutto questo in ballo, allora la scuola è un luogo per me, ricominciare non è poi tanto male. Sara MaugeriINSEGNARE? ECCO PERCHE' È IL MESTIERE PIU' BELLOIl mestiere più bello del mondo!» mi capita spesso di rispondere così a quanti mi chiedono che lavoro faccio. E lo è per almeno due motivi: insegnare vuol dire essere sempre molto leali con se stessi e con gli altri (con i ragazzi non si può fingere) e poter continuare a studiare. L’insegnamento può essere un lavoro vissuto in modo fortemente autoreferenziale, ma la soddisfazione che nasce dalla condivisione è impagabile perché costringe ad aprire i propri orizzonti, arricchisce l’umano. C’è poi un altro aspetto entusiasmante: il veder crescere. Talvolta si ha l’impressione che a tanto sforzo non corrisponda un risultato, ma non è così! Vi sono percorsi carsici attraverso i quali, a un certo punto, la ragione, la sensibilità, e la capacità di esprimerle entrambe, affiorano nell’esperienza di ciascuno e diventano per me uno spettacolo. Bisogna avere pazienza…e amore per la libertà. Anna FrigerioHO TANTE ASPETTATIVE PER L'ULTIMO ANNO DI LICEOSettembre. Si ricomincia la scuola. Le aspettative su quest’ultimo anno di liceo sono tante: non posso che varcare la soglia della classe con il desiderio di arrivare a una maturità (esami a parte) personale che parta dal rapporto con i grandi uomini che studio, piuttosto che con le stesse leggi fisiche che regolano la vita.  Inizio questo anno scolastico con la voglia di cercare, tra le righe e nei rapporti con insegnanti e compagni, la convenienza derivante dal seguire il percorso proposto. Che lo studio non si riduca ad un noioso ed insensato dovere è l’augurio che rivolgo a tutti, certa dell’amicizia con alcuni adulti e compagni più grandi che è, non solo una guida, ma la riprova che si può vivere così: con un cuore che batte e degli occhi spalancati, anche e soprattutto a scuola. Chiara TognolaINCONTRARE GLI UOMINI DI IERI CON "STORIA E MEMORIA"Ritorno a scuola per vivere l’esperienza umana più incredibile che è il cammino dell’educatore con i suoi ragazzi. Tutto è cominciato una decina d’anni fa quando, abbandonato il manuale di storia, ho provato a concretizzare un’idea per trasformare il programma della mia materia in un’esperienza di vita. Un modo per incontrare gli uomini di ieri, quelle tracce dell’umano nel tempo che abbiamo indicato con l’espressione “memoria del bene”. Il cammino della conoscenza così inteso è diventato un percorso di scoperta e di crescita continua della propria irripetibile personalità, la mia e la loro. In questo nucleo vitale il progetto “Storia e memoria” (www.storiamemoria.it) affonda le sue radici. Io dirò in classe anche quest’anno: «Ragazzi tutto si gioca qui. Siamo noi il perno di “Storia e memoria”». Antonia Grasselli
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