L'Italia potrebbe idealmente venire percorsa per oltre 1.100 chilometri da rifiuti: come un'intera autostrada che va da Reggio Calabria a Milano in cui si mettono in fila 82.181 camion carichi di spazzatura. Questa l'immagine, scattata sulla base dei sequestri nelle inchieste per traffico illecito (circa 2 milioni di tonnellate), con cui Legambiente racconta la penisola delle Ecomafie nel nuovo rapporto 2011 presentato oggi a Roma.Secondo l'annuale report dell'associazione il 2010 è un anno da "record per le inchieste sull'unico delitto ambientale contro i professionisti del traffico illecito di veleni" (art. 260 dlgs 152/06): sono state 29, con l'arresto di 61 persone e la denuncia di 597 e il coinvolgimento di 76 aziende. Le inchieste in totale - dal 2002 a oggi - sono salite a quota 183.Le forze dell'ordine hanno accertato circa 6.000 illeciti relativi al ciclo dei rifiuti (circa un reato ogni 90 minuti). A guidare la classifica sempre la Campania, poi Puglia, Calabria e Sicilia ma cresce anche il numero di reati accertati nel Lazio e in Lombardia. La ricetta dello smaltimento facile e illegale passa sempre "lungo rotte illegali, che possono anche essere marine e spingersi fino in Cina". Secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, da "numerose indagini e rapporti" viene dimostrato che "il business dell'ecomafia si propaga e si rafforza anche grazie al coinvolgimento dei cosiddetti colletti bianchi".
Napolitano. "Rapporto Ecomafia 2011 rappresenta ancora una volta un prezioso strumento per la conoscenza delle più pericolose forme di aggressione nei confronti dei beni paesaggistici e ambientali e la individuazione dei mezzi più incisivi per prevenirle e reprimerle". E' il testo iniziale del messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, in occasione della presentazione della XVIII edizione di Ecomafia, rapporto annuale di Legambiente in collaborazione con il Cnel sulla criminalità ambientale. "Sempre più insidiosa è la espansione delle ecomafie, specie nello sfruttamento del ciclo dei rifiuti, nell'abusivismo edilizio a carattere speculativo e nella sofisticazione dei prodotti agricoli. Su tali fenomeni - aggiunge Napolitano - la vigilanza istituzionale deve essere particolarmente attenta per evitare pericolose forme di collegamento tra criminalità interna e internazionale, distorsioni del mercato e rischi per la salute dei cittadini".