La Camera dei deputati - Ansa
Legge di bilancio all’ultimo step. Ieri sera la Camera ha votato la fiducia sul provvedimento (414 sì, 47 no e un astenuto, Vittorio Sgarbi) e stamattina c'è stato il via libera definitivo, sempre da parte della Camera, con 355 favorevoli, 45 contrari. Il
provvedimento è legge.
La manovra, che ha un’impronta ancora chiaramente espansiva, distribuisce 32 miliardi di euro a cittadini, servizi pubblici e imprese. Ma mentre le prospettive economiche del 2022 in Europa e nel mondo si fanno un po’ meno positive per la rescrudescenza dell’epidemia, il caro-energia e le strozzature negli approvvigionamenti delle imprese, è tornata a salire la pressione sullo spread dei titoli di Stato. Nessun balzo ma piccoli aumenti che hanno portato il differenziale con i titoli tedeschi dai 100 punti di ottobre ai 140 della scorsa settimana. Tensione che potrebbe anche ricollegarsi anche agli appuntamenti politici di gennaio, l’elezione del nuovo capo dello Stato e i suoi riflessi sul destino del governo Draghi. L’iter parlamentare si è svolto quest’anno in una versione del tutto inedita, con le votazioni degli emendamenti in un’unica seduta di 14 ore in commissione Bilancio al Senato. La Camera ha avuto solo 4 giorni per licenziare un testo blindato.
Parte l’Irpef a 4 aliquote
Cambia l’Irpef, l’imposta sui redditi. Il primo modulo della riforma fiscale varato dal governo vale a regime 7 miliardi di euro. Un taglio di tasse che deriva dalla riduzione da 5 a 4 delle aliquote e da una ridefinizione degli scaglioni: il primo fino a 15mila euro di reddito resta invariato con un prelievo al 23%; nel secondo, che riguarda i redditi fino a 28mila euro, si scende dal 27 al 25%; il successivo è ricompreso tra 28 e 50mila euro e qui l’aliquota cala dal 38 al 35%; sparisce poi l’aliquota del 41% mentre quella del 43% si pagherà a partire dai 50mila euro in su (oggi 75mila). Ridefinite anche le detrazioni. Nel complesso quasi 28 milioni di contribuenti avranno un vantaggio, per 14,5 milioni il cambio sarà indifferente mentre 379mila pagheranno di più (in media 188 euro l’anno). Con uno stanziamento di 1,2 miliardi, sarà inoltre cancellata l’Irap per circa 835mila autonomi, tra professionisti e ditte individuali.
Addio a Quota 100, si passa a 102
Addio a Quota 100, l’opzione di uscita dal lavoro introdotta tre anni fa in via sperimentale. Dal 2022 non si potrà più lasciare con 62 anni di età e 38 di contributi. Debutta Quota 102 (64 anni e 38 di contributi). Meccanismo che varrà solo un anno e che secondo i sindacati, riguarderà poche migliaia di lavoratori. Per gli altri si torna alle regole della Fornero: 67 anni oppure 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne). Confermata l’Ape sociale, con un allargamento dei lavori gravosi che potranno accedervi.
Bollette, 3,8 miliardi per frenare la stangata
Il governo aveva stanziato inizialmente 2 miliardi di euro. Ma a fronte del boom dei prezzi dell’energia la cifra è apparsa insufficiente e il fondo è stato incrementato fino a 3,8 miliardi. Serviranno a ridurre l’Iva e gli oneri di sistema che si pagano in fattura, a finanziare il bonus che blocca gli aumenti alle famiglie a basso reddito numerose e a consentire pagamenti rateali. Oggi l’autorità sull’energia Arera comunicherà le tariffe di gas e luce del prossimo trimestre, stimate comunque in netto rialzo nonostante l’intervento.
Terzo settore, batosta-Iva rinviata di due anni
Rinviata di due anni, fino a gennaio 2024, l’entrata in vigore del regime Iva per il Terzo settore. Il decreto fiscale aveva previsto l’introduzione nel sistema dell’imposta dal 2022. Una batosta che aveva suscitato l’indignazione del mondo del volontariato, costretto dalla sera al mattino a sostenere costi e adempimenti anche in assenza di qualsiasi attività commerciale. Dopo le proteste, la maggioranza ha optato per un rinvio di due anni attraverso un emendamento alla manovra. Due anni che si speri aiutino un ripensamento.
Reddito di cittadinanza, più fondi. Stop con due lavori rifiutati
Il Reddito di cittadinanza è finanziato con un ulteriore miliardo di euro ogni anno. Vengono però introdotti controlli preventivi sui patrimoni e introdotti correttivi alle modalità di erogazione. Dal 2022 si definisce "congrua" un’offerta di lavoro entro 80 chilometri di distanza dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. Chi rifiuta la prima offerta, vede ridursi l’assegno di 5 euro al mese. Chi rifiuta anche la seconda offerta perde del tutto il beneficio. Le persone "occupabili" devono sottoscrivere il Patto per il lavoro contestualmente all’invio della domanda di Rdc. Si perde il sussidio non solo dopo due proposte di lavoro "congrue" rifiutate, ma anche se non ci si dovesse presentare «almeno ogni mese», senza «comprovato giustificato motivo», presso un Centro per l’impiego al fine della verifica dei risultati raggiunti e del rispetto degli impegni assunti nell’ambito del progetto personalizzato.
Per le nuove cartelle fiscali proroga di sei mesi per pagare
Ci sarà più tempo, fino a sei mesi, per pagare, senza interessi di mora e sanzioni, le cartelle notificate dal primo gennaio al 31 marzo 2022. Le cartelle per le quali interviene la proroga al 31 dicembre 2021 (misura già ribattezzata come bonus cartelle esattoriali) sono quelle per cui i contribuenti con piani di rateizzazione decaduti prima della sospensione dell’attività di riscossione possono presentare una nuova richiesta di rateizzazione (senza l’obbligo di saldare le rate scadute del precedente piano).
Verso ammortizzatori «universali», 4 miliardi per la riforma
Sul fronte della protezione sociale sul lavoro è stato confermato l’intervento di riforma degli ammortizzatori sociali: l’obiettivo è l’estensione dei trattamenti di sostegno per chi perde il reddito a tutti i lavoratori subordinati. Si allarga l’accesso alla Naspi, e vengono rafforzate le tutele per la maternità. Ai contratti di espansione e di solidarietà nei prossimi due anni potranno accedere le imprese con almeno 50 dipendenti. La manovra stanzia su questo fronte circa 4 miliardi di euro.
Superbonus, 110% anche per le villette e senza limiti Isee
Superbonus valido per tutti, anche per i proprietari di villette unifamiliari (senza limiti Isee ma con il vincolo di arrivare al 30% dei lavori entro giugno). Condomini, proprietari ed enti del Terzo settore potranno avvalersi dell’agevolazione fino al 2025. Confermati fino al 2024 bonus ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus, bonus mobili ed elettrodomestici. Per le facciate proroga solo per il 2022 al 60%. Tornano bonus idrico e bonus tv/decoder. Nuovo arrivo: il 75% per ascensori o montacarichi contro le barriere architettoniche.