Ansa
A seguito del Consiglio europeo straordinario di ieri, il premier Mario Draghi, informa il Parlamento sulla posizione italiana in merito al conflitto e sulla strategia comune per una risposta alla Russia. «L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei - mette in chiaro il presidente del Consiglio -. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. L’Italia ha reagito subito, e ha convocato già nella mattinata di ieri al ministero degli Affari Esteri l’ambasciatore della Federazione Russa. Abbiamo richiamato Mosca a cessare l’offensiva, a ritirare le forze in modo incondizionato, e abbiamo ribadito il pieno sostegno italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina».
Draghi consegna alle Camere anche un primo bilancio della guerra, parlando di «137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’attacco» e di «800 uomini persi dalle forze russe, che invece non hanno ancora fornito dati sulle vittime dell’invasione». «L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina - continua il capo dell'esecutivo - il ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili. Le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea».
L'appello all'unità e l'impegno militare nella Nato
«L'Italia e la Nato vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell'architettura di sicurezza europea. Voglio ringraziare il ministro Guerini e le nostre forze armate per la loro prontezza e la loro preparazione», spiega Draghi prima di dare conto dell'impegno militare italiano: «Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni, circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della Nato e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini».
Le sanzioni e il piano per la crisi energetica
Il presidente del Consiglio ha poi illustrato le sanzioni da imporre a Mosca concordate con gli alleati europei: «Nel Consiglio di ieri abbiamo approvato misure molto stringenti e incisive, in preparazione da settimane. Queste sanzioni includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione Europea; misure sul settore dell’energia, mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate; misure sul settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie, i servizi destinati al settore aereo; un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni; la sospensione degli accordi di facilitazione dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi. Prevediamo inoltre un secondo “pacchetto” che includa membri della Duma non ancora sanzionati».
Poi il capitolo energetico, l'aspetto che preoccupa maggiormente per la tenuta economica del Paese in un momento di crisi già in atto: «La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia - ha sottolineato il capo dell'esecutivo - in aumento dal 27% di dieci anni fa.
Il governo è comunque al lavoro per approntare tutte le misure necessarie per gestire al meglio una possibile crisi energetica.
Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati. Le misure di emergenza includono una maggiore flessibilità dei consumi di gas, sospensioni nel settore industriale, e regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico, dove pure esistono misure di riduzione del carico. Il Governo è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative. Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti».
Le parole “a braccio” su Zelensky
Il premier racconta poi anche i contatti avuti con il presidente ucraino e la sua attuale situazione personale: «Ieri ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky. E’ nascosto in qualche parte di Kiev. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. È stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo. Oggi, stamattina prima di venire qua, mi ha cercato prima di venire qua, abbiamo fissato un appuntamento telefonico, per le 9.30, ma non è stato possibile poi fare la telefonata perché il Presidente Zelensky non era più disponibile».