sabato 1 febbraio 2025
È il terzo trasferimento in Italia di migranti inizialmente trattenuti nel centro in Albania
I 43 migranti tornati in Italia. Ora staranno nel Cara di Bari-Palese

ANSA

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È arrivata questa sera nel porto di Bari la motovedetta della Guardia costiera con a bordo i 43 migranti richiedenti asilo per i quali non è stato convalidato il trattenimento nel centro di Gjader in Albania. I migranti, tutti uomini adulti di nazionalità bengalese ed egiziana, saranno trasferiti nel Cara di Palese, alle porte del capoluogo.

È il terzo trasferimento in Italia di migranti inizialmente trattenuti nel centro in Albania, Paese in cui, martedì scorso, erano stati trasportati 49 migranti intercettati a sud dell’isola di Lampedusa: in sei erano già stati trasferiti in Italia nei giorni scorsi perché minorenni o vulnerabili. Per gli altri 43 ieri, assistiti dai legali, è stato il giorno dell'udienza di convalida dei trattenimenti, in videocollegamento con i magistrati della Corte d'appello della Capitale che li ha ascoltati e in serata ha emesso i verdetti.

Ieri sera, a terra ad attendere la nave con i migranti, oltre ai primi soccorsi e alle forze dell’ordine, c’era anche un presidio allestito dall’Arci. «Il flop del modello albanese – ha dichiarato Filippo Miraglia, responsabile immigrazioni e asilo per Arci nazionale – è oramai palese. L’Arci ha partecipato in questi giorni al monitoraggio del Tavolo Asilo e Immigrazione insieme ai parlamentari dell’opposizione, denunciando procedure illegittime e condizioni intollerabili. Abbiamo salutato con soddisfazione la decisione, peraltro scontata, della Corte d’appello di Roma di non convalidare la detenzione dei migranti portati in Albania». Anna Caputo, responsabile immigrazioni Arci Puglia, ha commentato: «Ancora una volta ribadiamo che i soldi pubblici andrebbero spesi con oculatezza. Mentre sanità, scuola, i servizi in genere sono allo sfascio, continuiamo a disperdere centinaia di migliaia di euro per un’operazione di pura propaganda di cui oramai sono consapevoli tutte e tutti».

Sulla vicenda è intervenuto anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: «I giudici della Corte d’appello hanno affermato chiaramente che in assenza di una pronuncia della giustizia europea non si può procedere ai trattenimenti: è una garanzia, quella di una valutazione giudiziaria europea, che il governo italiano non può aggirare come invece aveva cercato di fare».

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