Mai come quest’anno si è parlato di cibo. Grazie al volano di Expo 2015 e del suo ambizioso slogan ("Nutrire il pianeta, energia per la vita") il tema dell’alimentazione è stato uno dei più dibattuti sui giornali e in tv. Eppure sembra che la grande kermesse milanese abbia inciso poco sulla consapevolezza degli italiani rispetto a temi complessi come fame nel mondo, malnutrizione, accesso al cibo e strategie per combattere le disuguaglianze.Anche dopo Expo, infatti, quasi un italiano su due ammette di saperne molto poco su questi argomenti. Il 39%, ad esempio, pensa che a soffrire la fame siano tra 1,6 e 3 miliardi di persone (il dato corretto è 800 milioni, ndr) mentre un italiano su cinque non sa nemmeno indicare un valore approssimativo.È quanto emerge da un’indagine realizzata dall’ong "Mani tese" in collaborazione con AstraRicerche e presentata ieri a Milano. L’obiettivo: fotografare la percezione degli italiani della fame nel mondo, delle sue cause e delle possibili soluzioni. Ma anche comprendere come e quanto l’esposizione universale abbia inciso nella percezione degli italiani rispetto a questi temi. "Mancava un sondaggio che valutasse Expo2015 come grande evento di educazione dei cittadini sul diritto al cibo. Ci siamo permessi di farlo noi, ponendo delle domande che finora non erano state poste e offrendo così un’altra lettura", ha spiegato Valerio Bini, presidente di Mani TeseIl risultato è deludente. Nonostante il tema fosse "Nutrire il Pianeta", Expo è stato percepito come una grande fiera per promuovere prodotti, marche e aziende (ne è molto convinto il 33,7% degli intervistati). Mentre per il 26,9% ha rappresentato un momento di informazione sulle produzioni alimentari del mondo: una sorta di gigantesco ristorante dove assaggiare le prelibatezze dei continenti. Solo il 14% pensa sia stato davvero un momento di riflessione su come risolvere i problemi alimentari del mondo. Un dato colpisce in particolare. Sette italiani su dieci ammettono che le loro conoscenze rispetto ai temi dell’alimentazione sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Mentre poco più del 20% ritiene di aver aumentato il proprio bagaglio informativo. «Eppure questo avrebbe dovuto essere l’anno giusto per compiere un balzo in avanti. Expo ha fallito uno dei suoi mandati, ovvero spingere le persone a riflettere sui temi del cibo», commenta Cosimo Finzi, di AstraRicerche. L’esposizione universale, dunque, si rivela un’occasione mancata.«Ci ha colpito l’ignoranza del cosiddetto paradosso della fame ovvero gli 800 milioni di persone che soffrono la fame e i due miliardi che sono in sovrappeso, entrambi frutto di un sistema agro-alimentare squilibrato», commenta Giosuè De Salvo, responsabile advocacy e campagne di Mani Tese. La buona notizia viene dalla consapevolezza che la fame del mondo è causata da un sistema economico che favorisce una parte del mondo a scapito delle altre (lo pensa l’82% degli intervistati). Le soluzioni? Il 63% evita gli sprechi alimentari, uno su tre circa fa scelte alimentari specifiche e il 28% cambia acquisti alimentari. Tutti comportamenti virtuosi, che però hanno un limite: ci riguardano come consumatori, più che come cittadini. Per ottenere un cambiamento globale delle politiche sul cibo, infatti, non basta agire
in loco. Eppure solo il 10% degli italiani fa pressione sui rappresentanti politici perché mantengano le promesse fatte. Si preferisce delegare questo compito ai grandi
player mondiali: i governi, le istituzioni sovranazionali e persino «alcuni Paesi forti» come Cina, Stati Uniti e Russia.