venerdì 2 dicembre 2011
«​Rivendico l'intera responsabilità morale e giuridica di quanto avvenuto per il San Raffaele». È quanto scrive don Luigi Verzè in una lettera inviata ai pm milanesi che hanno avviato un'indagine sulla situazione economico finanziaria dell'ospedale milanese oberato da 1,5 miliardi di debiti, ma anche al cda e ai giornalisti.
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"Rivendico l'intera responsabilità morale e giuridica di quanto avvenuto per il San Raffaele". È quanto scrive don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele, in una lettera inviata ai pm milanesi che hanno avviato un'indagine sulla situazione economico finanziaria della casa di cura milanese oberata da 1,5 miliardi didebiti, ma anche al cda dell'ospedale e ai giornalisti. "DelSan Raffaele sono stato e sono io l'ispiratore", precisa don Verzè che ribadisce: "Mi assumo tutta la responsabilità di quanto è stato compiuto", al punto che "con questa mia lettera mi offro al giudizio di tutti, dei Signori Pubblici Ministeri, del Consiglio di Amministrazione, dell'opinione pubblica". Poi, un messaggio di ottimismo sul futuro della casa di cura: "Oggi il San Raffaele non è fallito, è stato messo sotto la protezione del Vaticano e della Giustizia". Ma intenzione di Don Verzè è anche quella di sgombrare il campo dalle pelemiche sulla figura di Mario Cal, suo ex braccio destro morto suicida nell'estate scorsa: "Non so come Mario Cal abbia gestito nei particolari la sua funzione - si legge ancora nella lettera - ma escludo che abbia agito nel suo personale interesse".E dato che agli attacchi che arrivano da giornali e media meditano una risposta ("Non posso più tacere"), Don Verzè conclude così la sua lettera: "Ora so cosa significa essere come Cristo tempestato da insulti, sulla croce. Fa parte del mio programma Sacerdotale".
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