Preparazione di un seggio per le comunali del 9 giugno scorso a Borgetto (Palermo) - FOTOGRAMMA
Domenica alle 7 riaprono i seggi in 101 Comuni per il nuovo turno delle elezioni amministrative, secondo tempo della partita fra le principali coalizione. In questa tornata di ballottaggi il centrosinistra, che ha vinto al primo turno in 10 capoluoghi, punta al bottino pieno, mentre il centrodestra, che ha incassato 5 capoluoghi quindici giorni fa, si prefigge di ribaltare il risultato o di accorciare le distanze, anche se la strada appare in salita.
Le sfide principali saranno quelle di Firenze, Bari e Perugia, ma da seguire sono anche quelle di Campobasso e Potenza oltre a - sempre per eleggere i nuovi sindaci - quelle di Lecce e Caltanissetta. In tutto sono 14 i capoluoghi chiamati a scegliere il primo cittadino.
Domenica, le urne resteranno aperte fino alle 23 per poi, lunedì, riaprire alle 7 e chiudere alle 15 quando partirà subito lo spoglio delle schede. La macchina organizzativa non ha registrato intoppi e il primo elemento da analizzare sarà l’affluenza. Nel cosiddetto “election day” dell’8 e 9 giugno il dato complessivo, per le elezioni europee, si è fermato al 49,6% che rappresenta la percentuale più bassa di sempre. Per il voto “territoriale” però le cifre erano state ben diverse con oltre il 62% dell’elettorato che si è recato ai seggi.
Nelle tre città capoluogo di regione la sfida, in alcuni casi, si giocherà sul filo dei voti. La corsa da cui dipende la maggior parte del senso politico di questa tornata è quella legata a Palazzo Vecchio, a Firenze, dove la candidata Sara Funaro, forte del 43% ottenuto due settimane fa, affronterà il candidato del centrodestra Eike Schmidt, arrivato al 32,86%. La Funaro nei giorni scorsi ha incassato l’appoggio del candidato degli M5s, Lorenzo Masi, e della candidata di Italia Viva, Stefania Saccardi mentre il suo avversario potrà contare sul sostegno solo della “ricostituita” Dc fiorentina e toscana.
A Bari va in scena il “campo largo” dopo che il candidato del Pd, Vito Leccese (già collaboratore del sindaco uscente Decaro), che al primo turno ha ottenuto il 48% dei voti, ha stretto accordo con Michele Laforgia che al primo turno era il candidato dei Pentastellati e di Avs. La sfida è lanciata a Fabio Romito che quindici giorni fa si è fermato al 29% ma spera nella rimonta facendo leva sugli indecisi. Per la poltrona a primo cittadino di Perugia, la partita è decisamente aperta e comunque vada da lunedì il capoluogo umbro avrà la prima sindaca della sua storia. Il duello è tra Vittoria Ferdinandi, appoggiata dal campo ‘larghissimo’ e Margherita Scoccia, sostenuta dal centrodestra. Al primo turno Ferdinandi è arrivata avanti di una incollatura: 49% rispetto al 48.3% della rivale.
A Campobasso il candidato del centrodestra Aldo De Benedittis al primo turno ha sfiorato il 50% staccando di 16 l’avversaria Marialuisa Forte. Quest’ultima, però, ha ottenuto l’appoggio del candidato Pino Ruta, 20% di consensi ottenuti il 10 giugno e sostenuto da tre liste civiche.
Nella sfida di Lecce, il candidato della centrodestra, l’ex ministra Adriana Poli Bortoni che ha mancato la vittoria al primo turno per un pugno di voti dopo il riconteggio, dovrà vedersela con il sindaco uscente Carlo Salvemini, centrosinistra. E in questa città ha destato scalpore ieri, nel giorno del silenzio elettorale, una visita del governatore dem Michele Emiliano che ha incontrato i vertici delle Asl. Immediate le proteste del centrodestra che, col senatore Roberto Marti (Lega) e il deputato Saverio Congedo (Fdi), ha sostenuto che «Emiliano approfitta del suo ruolo istituzionale per andare a caccia di voti, muovendosi di nascosto». I due hanno anche annunciato un’interrogazione parlamentare. Il caso è stato denunciato pure da Giovanni Donzelli, capo dell’organizzazione di Fdi, assieme a quello di Urbino dove «c’è una minaccia provata da un audio in cui si richiede la prova del voto con fotografia».
Infine a Potenza la corsa a sindaco è tra Francesco Fanelli (centrodestra) e Vincenzo Telesca (centrosinistra). Nel primo turno Fanelli (Lega, che è vicepresidente uscente della giunta lucana) ha raggiunto il 40,6% contro il 32,4% di Telesca.