Si fida senza riserve Ileana Argentin. Matteo Renzi glielo ha promesso, «si è impegnato personalmente». E dunque la legge sul 'Dopo di noi' «a giugno sarà votata in aula alla Camera. Domani scade il termine per presentare gli emendamenti ». Il testo unificato, che ha messo insieme 5 proposte, una delle quali della parlamentare del Pd che ha dedicato la sua vita alle battaglie per i disabili, avrà come relatrice la sua compagna di partito Elena Carnevali. E servirà a colmare un vuoto di solitudine, per un impatto iniziale su 260mila persone. Anni di promesse, di studi, audizioni e viaggi nel dimenticato mondo della disabilità, possono trovare una risposta di «civiltà» e soprattutto «efficace » per una esigenza di vita che ha finora relegato lo scomodo universo dell’handicap nel capitolo sanità, dando risposte inefficaci se non dannose, e dimenticando completamente l’'essere persone' (con limiti fisici e mentali, ma persone) di una fetta della nostra popolazione. E soprattutto le ha dimenticate, queste persone, nella fase più critica della loro vita, quella che comincia con la morte dei loro genitori o parenti. Già, perché se agli occhi dei comuni cittadini fa molta tenerezza pensare a un bambino che resta orfano, molto meno effetto fa sapere di un disabile (ovvero un eterno bambino) che resta solo al mondo, senza gli affetti che lo hanno circondato per tutta la sua esistenza, come i pilastri a cui aggrapparsi. Ma come nelle migliori storie già scritte, anche stavolta c’è una goccia che ha fatto traboccare un vaso, a dire il vero colmo da troppi anni. «Tutto è nato dopo che un papà ha ucciso la moglie e il figlio disabile. Un gesto di disperazione davanti a un futuro buio. Era una famiglia che abitava a duecento metri da casa mia – racconta Argentin –. Non ce l’ho fatta più e ho promosso una petizione, sottoscritta da 83mila persone. Ho presentato una proposta di legge in commissione e subito ne sono arrivate altre quattro. Ci siamo messi al lavoro e siamo arrivati al testo unificato. Abbiamo chiuso la scorsa settimana». In Parlamento la sensibilità sul tema è stata alta, anche se la distanza rispetto al dramma dei non autosufficienti di fronte alla morte dei propri cari non era mai stata presa in considerazione. Il consenso trasversale fa presumere che i tempi promessi dal premier verranno rispettati. Soltanto i Cinquestelle – che pure hanno partecipato ai lavori – continuano a non ritenere indispensabile il provvedimento
ad hoc. Perché di questo si tratta. In sostanza il testo stanzia un capitolo di bilancio apposito per il 'Dopo di noi', di 260 milioni nel triennio, da rifinanziare ogni tre anni. Si parte a gennaio del 2016. Un fondo che Regioni e Comuni dovranno destinare, senza dover ricorrere a quello da loro stanziato per la non autosufficienza. «Insomma – commenta Argentin – non avranno più la scusa che non ci sono i fondi». La legge prevede il
trust, per cui i figli disabili che erediteranno la casa dai genitori potranno rimanerci a vivere senza dover pagare le tasse di successione, la Tasi e le altre imposte. Tra le novità saranno considerati, oltre alle case-famiglia, anche i gruppi-appartamento, che consentiranno ai disabili gravissimi di rimanere nella propria abitazione. La legge non riguarderà invece la non autosufficienza esclusivamente motoria, per volontà del legislatore, perché intendere raggiungere tutti quei disabili che non sono in grado di autorappresentarsi. Dopo due anni di battaglie, dunque, la legge comincia a vedere il traguardo. Soprattutto, dopo 17 legislature, deputati e senatori si rivolgono a quella fetta di popolazione finora trascurata nelle esigenze di base, con l’obiettivo di promuovere progetti mirati, che possano uscire dalla precarietà delle risposte attuali, quasi sempre affidate alla buona volontà di singole associazioni. Nella speranza, espressa dai firmatari delle cinque proposte, che presto la legge possa estendersi anche al 'Durante noi'.