Si è dimesso il presidente del Copasir, Raffaele Volpi - Ansa
Dopo giorni di polemiche, ripetuti appelli ai presidenti delle Camere e l'annuncio di 60 costituzionalisti di voler adire la Consulta, il leghista Raffaele Volpi si è dimesso da presidente del Copasir. L'organismo parlamentare di controllo sull'intelligence era in stallo dall'insediamento del governo Draghi, perché Fratelli d'Italia, unica forza d'opposizione, ne rivendicava la presidenza, nel rispetto della legge istitutiva che lo ha costituito come organo di garanzia.
Ma il passo indietro non spegne le polemiche. Volpi, assieme all'altro componente della Lega Paolo Arrigoni, ha infatti rassegnato le dimissioni da componente del Comitato parlamentare per sicurezza della Repubblica. E adesso il Carroccio "pretende l'immediata, integrale applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l'assegnazione all'opposizione di 5 componenti su 10 tra cui poter scegliere l'eventuale Presidente". Il segretario leghista Matteo Salvini incalza: "Ora attendiamo le dimissioni di tutti gli altri componenti e la nomina di un altro comitato".
La mossa spiazzante del Carroccio arriva dopo quella con cui M5s e Pd, in mattinata, hanno annunciato la decisione di lasciare i lavori del Copasir: "Nel pieno rispetto delle prerogative istituzionali abbiamo votato la delibera adottata dall'ufficio di presidenza in ordine all'attivazione di quanto stabilito dall'articolo 34 della legge 124/2007", hanno affermato. Al tempo stesso, prosegue la nota dei componenti del Copasir Dieni, Cattoi, Castiello del M5s, e Borghi del Pd, "al fine di porre il Comitato al di fuori delle ripercussioni politiche e ripristinare quanto stabilito dal comma 3 dell'articolo 30, acquisita sul merito anche la condivisione del gruppo parlamentare di Leu, abbiamo abbandonato i lavori del Copasir al fine di contribuire alla soluzione della titolarità della Presidenza del comitato medesimo".