I test che ha permesso ad Angelina Jolie di stabilire il rischio di sviluppare un cancro è al centro da anni di un’importante e infuocata battaglia legale, destinata a concludersi il 30 giugno con una sentenza della Corte Suprema americana, che potrebbe essere decisiva per la brevettabilità di parti del corpo umano. Tutti noi siano dotati di un numero ancora imprecisato di geni, si stima tra i 20 e i 30mila, che contengono le informazioni necessarie allo sviluppo e al funzionamento del nostro organismo, in interazione con l’ambiente. Semplificando molto, i geni sono uguali per tutti, ogni singolo gene può presentarsi in molte versioni leggermente differenti, che si manifestano nelle diversità esteriori o anche in patologie di vario tipo.Alla fine degli anni 80 ricercatori americani hanno individuato i geni BRCA 1 e BRCA2, il cui ruolo principale è quello di produrre proteine che riparano il Dna, soprattutto nei tessuti del seno. Alcune versioni di tali geni, però, favoriscono l’insorgenza di tumori maligni, con una probabilità di circa l’85% per la mammella e del 45% per le ovaie entro i 70 anni (va precisato che il singolo individuo o si ammala o non si ammala, la percentuale si riferisce a un sottogruppo di popolazione: su 1000 persone che hanno il gene "difettoso", in media 850 si ammaleranno di cancro al seno, ma 150 non ne saranno per nulla colpite). Tra il ’94 e il ’95, l’azienda dello Utah Myriad Genetics, fondata da docenti universitari, sequenziò e fece brevettare (per 20 anni) i due geni e nel 1996 lanciò il test per individuare le versioni pericolose di BRCA 1 e 2. Ciò ha permesso alla società di essere l’unica a poterlo vendere: oggi, negli Usa, costa 3.300 dollari, ridotti a 100 per chi ha una polizza sanitaria. Ma la comunità scientifica e alcune associazioni si sono opposte al brevetto di geni, sia per motivi ideali sia perché non permette la concorrenza che abbassi i prezzi dell’esame. Nel 2010 a New York, l’azienda perse la causa di primo grado, vinse poi in appello, che fu ripetuto su istanza della Corte Suprema, chiamata ora a pronunciarsi nel merito, dopo che nel 2012 la sentenza favorevole alla Myriad è stata confermata.