«Non è possibile che Beppino abbia detto questo», mormorava ieri a Lecco suor Rosangela, dopo aver letto sul 'Corriere' di una Eluana che pesava 35 chili e il cui volto era deturpato dalle piaghe. «Forse si riferiva a questi ultimi giorni, dall’arrivo a Udine, ma come può essere cambiata così?», si chiedeva senza capire... Una settimana senza più cure né sollievi e quattro giorni senza cibo né acqua, sospesi per intero e all’improvviso, sono torture, è vero, ma possono bastare? «Da qui è andata via che era bella - taglia corto la suora - , del resto verranno pur fuori le cartelle cliniche, basterà andare a leggere l’ultimo bollettino di Defanti prima della partenza da Lecco. È scritta ogni cosa, qui in collaborazione con lui si seguiva un percorso ben preciso e dettagliato, risulterà tutto». E le accuse di Beppino? Alza le spalle lasciando trasparire solo affetto. «È un uomo tutto da capire». Ora che importanza può avere che Eluana avesse un aspetto salubre o malato, che fosse magra o in carne? Oggi davvero tutto questo sarebbe abissalmente lontano, persino grottesco. Se non fosse che quel corpo, anche ora che tace, continua a parlare, eccome se parla. E racconta anni di assistenza perfetta a tutti i livelli. O invece altrettanti anni di «violenze subìte», a sentire chi vorrebbe una Eluana scarnificata, «dalla faccia che si era rinsecchita come il resto del corpo», che « pesava meno di 40 chili » , le cui «braccia e gambe erano rattrappite » , con il viso tutto piagato da « quelle lacerazioni che ai vecchi vengono sul sedere o sulla schiena ma a lei anche in faccia»... Questo si leggeva infatti sul 'Corriere della Sera' di ieri a firma Marco Imarisio, questo il papà di Eluana gli riferiva « ancora ieri mattina » ( cioè lunedì 9, giorno della morte), offrendo un quadro raccapricciante dello stato di sua figlia (che lui ha visto per l’ultima volta martedì 3, il giorno dopo l’arrivo a Udine). Bisognerebbe solo tacere, adesso, ma simili dichiarazioni disorientano un’opinione pubblica che non sa più dove sta la verità e ha diritto di sapere: perché l’uccisione di Eluana non è (e non è mai stata) un fatto privato, e oggi sostenere che fosse in stato terminale, un lumicino che attendeva solo un soffio per spegnersi, suona come una gravissima e fuorviante deriva. L’ennesima. Difficile, peraltro, da sostenere: non solo lo stesso neurologo Carlo Alberto Defanti ancora l’al- troieri (lunedì 9), non prevedendo il crollo della paziente, insisteva sulle sue 'ottime' condizioni fisiche («al di là della lesione cerebrale è una donna sana, mai una malattia, mai un antibiotico, probabilmente resisterà più a lungo della media»), ma curiosamente lo stesso ' Corriere' per due giorni consecutivi ha affidato a un’altra dei suoi inviati a Udine la descrizione dello stato di Eluana, di segno opposto a quella del collega: per altri tre o quattro giorni, scriveva infatti Grazia Maria Mottola sabato 7 febbraio, «il suo volto resterà ancora intatto, le guance piene, gli occhi allungati, le labbra rosa... » , certo, aggiungeva poi, non ha più l’ombretto azzurro sulle palpebre né le pose da modella delle foto di vent’anni fa, ma è «pur sempre bella anche oggi, soprattutto per la pelle, ancora bianca e distesa». Solo tra qualche giorno, diceva dopo aver sentito Defanti e De Monte, « il viso comincerà ad affilarsi, e zigomi e naso spunteranno sempre più pronunciati. Ma nessuno permetterà che la sua pelle si raggrinzisca e perda il candore». Ancora lo stesso quotidiano e la stessa cronista, domenica 8 febbraio, dedica un intero articolo a descrivere un’Eluana che è ovviamente « l’immagine sbiadita della bruna stupenda» di un tempo, ma ha gli stessi lineamenti solo più delicati ed è ancora bella. La giornalista rivela di averla vista dal vivo nella stanza di Lecco più volte, anche a ottobre nel giorno in cui un’emorragia se la stava portando via. Anche in quelle condizioni «la pelle è chiara e distesa, gli occhi profondi che non si fermano mai», ma la bocca «si apre e si chiude boccheggiando » per la morte che pare imminente. Invece la crisi passa e pochi giorni dopo «il viso è sempre lo stesso», la vita riprende i suoi ritmi con « le passeggiate in carrozzella, la ginnastica tra le mani delle suore » . E, aggiungiamo noi, di quattro fisioterapisti che tutti i giorni si alternavano per tenere tonici i muscoli e sano il fisico. Girata continuamente nel letto antidecubito, Eluana non aveva una piaga e i suoi arti erano sodi grazie alla ginnastica passiva, quella che migliaia di altri pazienti in stato vegetativo purtroppo non ottengono, dati i costi di simili trattamenti. Allo stesso Defanti la sera dell’emorragia avevamo chiesto personalmente come Eluana potesse essere così florida e sana, senza una piaga, e il medico aveva attribuito senza esitazioni il merito «a queste suore che volontariamente la assistono con una competenza e abnegazione che io non ho mai visto altrove». E così stridono ancora di più le ultime dichiarazioni rilasciate ieri sera da Beppino al tg del Friuli: «Non perdòno la mancanza di rispetto nei riguardi di Eluana e della mia famiglia tutti questi anni. Eluana ha subìto non un accanimento terapeutico, ma una violenza terapeutica: non voleva che nessuno le mettesse le mani addosso e loro lo hanno fatto continuamente per 17 anni». Anche dinanzi a insinuazioni ingiuriose le suore chiedono solo silenzio e preghiera, e ancora ieri si preoccupavano per Beppino, l’uomo che hanno sempre rispettato al punto da essere state inflessibili guardiane di quella figlia diventata anche loro, al cui capezzale non accedeva nessuno - senza eccezioni se non era accompagnato dallo stesso Englaro. Ieri per ultima alla ridda di voci si è aggiunta quella di Marinella Chirico, giornalista Rai, che domenica pomeriggio, quando Eluana era già priva di cibo e acqua da tre giorni, proprio da papà Beppino è stata fatta entrare nella stanza della figlia assieme al fratello Armando Englaro: «Mi ha chiesto di vederla perché critiche 'ferocissime e crudeli' mettevano in dubbio il suo stato reale», spiega la collega, che là dentro 'scopre' che Eluana, dopo 17 anni di stato vegetativo, «è irriconoscibile rispetto alle foto » ( di venti anni prima e di ragazza sana), che è «una donna completamente immobile», che «gli infermieri sono costretti a girarla ogni due ore», per evitare il decubito (come a Lecco si è fatto per 15 anni), che solo le orecchie «presentano lesioni» in quanto «unica parte del corpo non tutelabile nemmeno girandola»… C’è da chiedersi come immaginava che fosse uno stato vegetativo (incontrare questi pazienti è sempre una delle esperienze più toccanti) e se avesse nella sua vita avvicinato già altri pazienti del genere (ma certo non curati come Eluana). A questo punto, però, di «ferocissimo e crudele» c’è solo un terribile sospetto: se davvero una settimana nella casa di riposo di Udine è bastata, come dice la Chirico, a fare di Eluana un corpo la cui vista era 'devastante', che cosa le hanno fatto? Come si distrugge in sette giorni un equilibrio stabile da quindici anni? Per Eluana ormai non c’è più nulla da fare, ma a chi di dovere ora almeno l’obbligo di far emergere tutta la verità. Suor Albina, che con suor Rosangela e le altre sorelle ha curato per 15 anni Eluana alla clinica 'Talamoni' di Lecco