Alla lettera ha risposto il vicesindaco Tommaso Sodano assicurando che in tutte le aree, dove vivono oltre tremila rom, «si sta procedendo all’attuazione degli interventi, i quali interessano prioritariamente le discariche abusive a ridosso dei campi rom». L’assessore comunale alle Politiche sociali, Roberta Gaeta, ha confermato l’individuazione di una delle ditte che ha scaricato abusivamente i rifiuti , poi incendiati, e a cui competerà l’onere della rimozione e del corretto smaltimento. Ha inoltre annunciato la convocazione a settembre delle associazioni che nel 2011 parteciparono al Laboratorio per il progetto di un insediamento stanziale rom a Scampìa, di cui si era persa traccia.
Padre Pizzuti ringrazia, ma si dimostra scettico: «Non dovrebbe essere il singolo a portare all’attenzione dell’amministrazione un problema di decoro, decenza e civiltà innanzitutto e igienico, economico e sociale. Il fatto è che a Napoli non c’è mai stato un assessorato alle periferie». Poi, insiste: «Non si dovrebbe arrivare al- le bonifiche, costano. Bisognerebbe controllare le fabbriche prima che vadano a scaricare illegalmente ed evitare l’accumulo di rifiuti organici anche da parte dei rom, mettendo cassonetti nei campi e svuotandoli con regolarità».
Due anni fa la Provincia presentò un progetto per avviare la raccolta differenziata nei campi, mai attuato. Annota il sacerdote: «Si ha l’impressione che siano repubbliche indipendenti. Chi le abita non è italiano, non ha diritto di voto e il disinteresse è la logica conseguenza ».