L'arcivescovo Mario Delpini con alcuni ragazzi che hanno preso parte all'incontro a Lecco - Itl Mariga
«Non partite come turisti o mercanti, come quelli che hanno in mente di vendere e di comprare e di ogni cosa chiedono quanto costi non partite come colonialisti».
A scandirlo dal lago di Lecco, rivolto ai duemila ragazzi che lo ascoltano a bordo, è stato l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che ha conferito loro il mandato missionario in vista della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona.
Sulle sponde manzoniane di quel ramo del lago di Como così famoso nel mondo, per un giorno infatti Lecco è stata come la capitale portoghese. Potrebbe essere questa la sintesi della giornata in cui è andata in scena una sorta di prova generale della Giornata Mondiale della Gioventù in programma in Portogallo dal 1 al 6 agosto prossimi.
Sotto un sole splendido, sono state tante le iniziative che, fin dal primo pomeriggio, hanno visto la massiccia presenza di centinaia e centinaia di ragazzi. Tra loro, in rappresentanza dei quasi seimila ambrosiani provenienti da tutta la diocesi che parteciperanno alla Gmg, anche chi prenderà parte ai Cantieri della solidarietà di Caritas ambrosiana o alle attività sportive ed educative del Csi e chi partirà per il sud del mondo. Tutti riuniti tra laboratori, stands, workshop e incontri, ma anche preghiera, confessioni e Adorazione Eucaristica. Senza dimenticare i dialoghi con volti noti quali lo scrittore Daniele Mencarelli, il “Pimpa” (al secolo Marco Rodari, clown solidale nelle zone di guerra) e Gigi Cotichella, artista e formatore. E ancora, proposte come il percorso “Sconfinati” dedicato ai migranti presso la nuovissima Casa della Carità, street sport, cinema, itinerari manzoniani e musica con giovani virtuosi emergenti.
Fino a sera quando, con l’accensione di un braciere, segno di luce e di pace da parte del campione olimpico Antonio Rossi, si è avviata la veglia di preghiera presieduta da Delpini che, quasi a disegnare plasticamente il legame sia con il tema della XXXVII Giornata e con il titolo della serata lecchese, “Prendi il largo verso l’alto e verso l’altro”, con un colpo d’occhio magnifico, è salito a bordo una “Lucia”, la tipica imbarcazione lecchese il cui nome evoca la protagonista de “I Promessi Sposi”. Accanto a lui i vescovi ausiliari, Giuseppe Vegezzi e Luca Raimondi, il prevosto di Lecco, monsignor Davide Milani, il responsabile della Pastorale giovanile, don Marco Fusi, il vicario episcopale don Mario Antonelli e quello di Zona 3, monsignor Maurizio Rolla. In darsena sono rimasti altri membri del Consiglio episcopale milanese e il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni.
La barca dell’arcivescovo era accompagnata da altre quattro sulle quali hanno trovato posto alcuni giovani, suddivisi tra chi farà la Gmg, chi si impegnerà nei cantieri Caritas e nel “Csi per il mondo” e chi vivrà le esperienze missionarie estive.
Insomma, una grande festa di quella gioventù di Papa Francesco che spiega le vele e prende il largo (significativo anche il riferimento al navigare pensando a Lisbona e a Porto con cui è gemellata la diocesi di Milano), che ha trovato la sua giusta dimensione spirituale nelle parole di Delpini che, nel tardo pomeriggio, aveva già percorso il lungolago fermandosi tra i gazebo, salutando gruppi di giovani. Quegli stessi ragazzi tutti schierati ai bordi dell’acqua a cui, nell’omelia, il vescovo ha raccomandato di non partire come quelli che si annoiano, che scappano dalle situazioni o, peggio, si sentono come colonialisti che «hanno sempre la presunzione di essere parte di una civiltà superiore che deve civilizzare gli altri».
E, invece, partire insieme «per fare fronte alle difficoltà», ha detto il presule, «come coloro che sono chiamati e mandati, perché c’è una comunità che conta su di voi per fare giungere un aiuto è un segno di solidarietà, cercando voi stessi e Dio, incaricati di un messaggio». «Partite per servire, per imparare, per tornare più umili, più buoni, più fiduciosi, più determinati a portare a compimento la vostra vocazione».
Infine, la consegna del mandato con un piccolo segno di luce affidato ai ragazzi, la benedizione solenne e ancora, un saluto ai giovani, prima di tanta musica e animazione con i cori Shekinah ed Elikya.
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