Benedetto Della Vedova apre i giornali e vede nero su bianco che il Pdl la sua uscita sui temi etici non l’ha presa bene. E allora, pur di non essere accusato di portar legna all’incendio che sta divampando tra la sua ex casa madre e il suo nuovo acquartieramento - come vicecapogruppo - in Futuro e libertà per l’Italia, prova a gettarci su un’abbondante secchiata d’acqua. «Nell’intervista di sabato scorso a Klaus Davi – precisa l’ex radicale – ho ribadito le mie posizioni sui cosiddetti temi civili». Posizioni, va ricordato, a favore di una legge sulle unioni tra omosessuali, contro quella sul biotestamento in agenda a Montecitorio e per modificare quella già esistente sulla procreazione assistita. Ma, prosegue, «non ho detto, ovviamente che Futuro e libertà per l’Italia, in cui ci sono come è noto, posizioni articolate, voglia cercare un accordo con il Pdl» su queste materie. Una messa a punto per sedare i malumori dentro Fli e cercare di non approfondire le distanze dal partito appena abbandonato. Su "Repubblica" il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sottolinea, infatti, come i temi etici «non siano la priorità», chiedendosi come possa nascere il terzo polo con l’Udc «con differenze così marcate». Parole di un certo effetto, visto che l’esponente del Pdl in materia di fecondazione assistita ai tempi del referendum aveva sostenuto la causa dei «sì» al cambiamento della legge 40. Proprio come Gianfranco Fini (che appoggiò tre dei quattro quesiti). A rincarare la dose arriva il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, che ricorda al suo ex deputato tutto il lavoro fatto dalla Commissione Affari sociali di Montecitorio per arrivare a un testo sul fine vita che, salvando il più possibile quello licenziato dal Senato, tenesse conto delle osservazioni del mondo laico. D’altro canto se Della Vedova «vuole buttare per aria un progetto di legge che tiene apertamente conto delle posizioni della Chiesa in materia, se ne deve assumere la responsabilità sia nei confronti dei suoi colleghi di gruppo, sia nei confronti degli esponenti dell’Udc con i quali ha realizzato un’intesa in occasione della mozione Caliendo», conclude Cicchitto. Per il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla «viene meno il collante che doveva tenere insieme persone con sensibilità molto diverse, anche su temi etici assai scivolosi». Lapidaria Isabella Bertolini: «Matrimoni gay e azzeramento della legge 40 rendono difficile qualsiasi dialogo, noi compresi. Ora la coperta è ancora più corta». Per questo Della Vedova cambia tavolo e sostiene che l’intesa con gli ex va trovata su riforme istituzionali ed economia perché i temi etici «per loro natura» non ammettono logiche di schieramento, «né dentro un partito, né dentro una coalizione». Però, il "finiano" avverte: le sue posizioni «seppur minoritarie nel centrodestra italiano» non sono «estranee a cultura e sentimenti della gran parte del suo elettorato». È «felice del chiarimento» Catia Polidori, imprenditrice e deputata di Fli, che insieme a Souad Sbai aveva storto il naso. Perché, ribadisce, i temi etici «non sono assolutamente la priorità, rappresentata piuttosto dalla ricerca di accordi per tenere in piedi il governo e fare le riforme». Bene, dunque, il richiamo alla necessità che «sia garantita la libertà di coscienza a tutela delle opinioni di ciascuno». Poi ricorda che il testo sul fine vita è stato approvato a maggioranza dal gruppo Pdl senza vincoli: «Credo che rappresentassimo la maggioranza dei nostri elettori». Infine, Emanuela Baio Dossi, senatrice del Pd ritiene «che su questi temi vada messa in campo una saggezza che finora forse è mancata. Per dare risposte a chi davvero le sta aspettando. Vale a dire le famiglie delle tante persone che si trovano in stato vegetativo».
SOUAD SBAI: «PRONTA AD ANDARMENE»Souad Sbai, deputata del Pdl transitata con i cosiddetti finiani, non ha preso bene le dichiarazioni del vicecapogruppo di Futuro e libertà per l’Italia, Benedetto Della Vedova, sui temi eticamente sensibili. E non è neanche del tutto soddisfatta del fatto che, dopo aver sollevato un vespaio, ieri l’ex radicale abbia messo a verbale che la sua è stata una dichiarazione a titolo personale. «Auspico maggiore chiarezza, che su questi temi è quantomai necessaria», sottolinea la presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, chiedendo a Gianfranco Fini di intervenire per chiarire se queste posizioni sono da intendersi del gruppo. «Altrimenti ognuno si prende le sue responsabilità».
È disposta a uscire dalla neonata formazione parlamentare per questo?Sì. Ho sempre espresso con chiarezza le mie posizioni. Io sono contraria all’eutanasia e sono per la vita dall’inizio alla fine.
È rimasta sorpresa da questo intervento?Certo. Cosa c’entrano questi temi in un momento in cui si stava discutendo di tutt’altro. Non mi piacciono le provocazioni. E non mi piace chi, pur esprimendo liberamente il proprio pensiero, cerca di avere il monopolio su certi temi, oltretutto molto delicati, sui quali si rischia solo di creare molta confusione. Diciamo che quella di Della Vedova è stata un sortita personale. Non ci ha nemmeno consultati. Adesso vorrei che venga chiarito se questa è la posizione del gruppo o no.
Quanto è diffuso il malumore fra i 33-34 aderenti?Ho parlato con diversi colleghi e in molti la pensano come me.
Come mai lei è passata con i finiani?Perché sono stata eletta in quota An e, non facendolo, mi sarebbe parso di tradire la fiducia degli elettori. Adesso si tratta, nel cercare di rinnovare le intese con il Pdl, di far prevalere il dialogo, il buon senso e la ragionevolezza sul programma da attuare.
Già in passato il presidente Fini aveva espresso posizioni su temi etici: dalla contrarietà alla legge sul testamento biologico, definita "confessionale", fino al favore per le unioni di fatto. Poi sembra aver assunto un profilo più sfumato. Cosa gli chiede?Di intervenire per chiarire. Altrimenti ognuno si prende la sua responsabilità.
Posizioni come quelle di Della Vedova tagliano fuori anche ogni possibile dialogo con Udc, i rutelliani e anche parte del Pd.Sono contraria a intese innaturali, perché la sinistra deve fare la sinistra, la destra deve fare la destra. Altrimenti i cittadini non capirebbero. Piuttosto che cercare altre soluzioni occorre percorrere la strada del dialogo all’interno della compagine di centrodestra,