Si iniziano ad avere maggiori dettagli sui due interventi - reddito di cittadinanza e quota 100 - che hanno caratterizzato la manovra appena approvata dal governo giallo-verde. E i dettagli compaiono nella bozza di decreto di 27 articoli in cui viene confermato che il reddito di cittadinanza, riservato ai cittadini italiani o stranieri con residenza nel nostro Paese da almeno 10 anni, partirà dal primo aprile. E così da marzo non sarà più possibile presentare domanda per il Rei, il Reddito di
inclusione che da aprile «non sarà più riconosciuto». Sul fronte previdenziale, invece, le principali novità riguardano Inps e Inail, che tornano con cda composto da cinque componenti compreso il presidente. E l'avvio di convenzioni da parte della pubblica amministrazione con le banche per garantire il tfr degli statali «al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione», secondo le regole della legge Fornero insomma.
Reddito di cittadinanza
La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di 1.437.000 famiglie per 8,5 miliardi di spesa. Più nel dettaglio i nuclei che potranno accedere al beneficio composti di una sola persona saranno 387mila pari a oltre un quarto del totale (1,64 miliardi la spesa per questa componente). Saranno 198mila le famiglie coinvolte con cinque componenti o più per 1,4 miliardi di spesa. Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto oltre che dai cittadini italiani in condizione di povertà anche dai comunitari e dagli extracomunitari, purché abbiano un permesso di lungo soggiorno e siano residenti in via continuativa in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda. Le famiglie composte da soli stranieri che potrebbero accedere al reddito, secondo le tabelle allegate al testo, sono 259mila per una spesa di 1,58 miliardi. Secondo le prime analisi, sono Campania, Sicilia e Lazio le prime regioni per numeri assoluti di nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza. A seguire Lombardia, Puglia e Piemonte.
I beneficiari del reddito di cittadinanza devono firmare un patto per il lavoro, ovvero fare formazione, ricerca attiva di lavoro, sostenere i colloqui e accettare ameno una di tre offerte di «lavoro congrue». Nei primi sei mesi di fruizione del reddito va accettata un'offerta entro 100 chilometri dalla residenza e entro 250 chilometri oltre il sesto mese di fruizione. Nel caso di rinnovo del beneficio, se in famiglia non ci sono minori né disabili bisogna accettare l'offerta ovunque nel territorio italiano. In questo caso si continua a percepire il Rdc per i successivi tre mesi dall'accettazione dell'offerta.
Pensioni
Dal 1 aprile 2019, in via sperimentale per il triennio 2019-2021, partirà la quota 100. Si potrà quindi conseguire il diritto alla pensione anticipata «al raggiungimento di un'età anagrafica di almeno 62 anni e di un'anzianità contributiva minima di 38 anni». In più ai dipendenti pubblici che andranno in pensione con quota 100 o in pensionamento anticipato, il trattamento di fine rapporto verrà corrisposto «al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione». A tal fine, perciò, le pubbliche amministrazioni stipulano apposite convenzioni con Istituti di credito per l'erogazione anticipata nei quali siano preventivamente fissati i limiti dei tassi di interesse. Inoltre, i fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori potranno anche erogare assegni ai lavoratori per raggiungere quota 100 in modo tale da favorire il turn over del personale. I fondi sono quelli già istituiti dalla legge sul Jobs Act e le cui finalità vengono così estese anche alla possibilità di erogare un sostegno al reddito ai lavoratori che raggiungano quota 100 nei successivi tre anni.
Altra novità è la fine della gestione monocratica per Inail e Inps, visto che tornano i cda a 5 componenti. Una reintroduzione che avviene tuttavia «senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Per l'Inps inoltre sono previsti 50 milioni di euro per l'assunzione di nuovo personale.