giovedì 2 luglio 2009
Il Pm Zucca: l’ex capo della polizia istigò i suoi a mentire sull’irruzione nella scuola Diaz. Richiesta di condanna anche per Mortola (Digos)
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Due anni di reclusio­ne per Gianni De Gennaro, ex capo della Polizia e attuale diret­tore del Dipartimento delle informazioni per la sicurez­za (Dis). Un anno e quattro mesi per Spartaco Mortola, ex numero uno della Digos genovese e ora questore vi­cario a Torino. Queste le ri­chieste presentate ieri mat­tina dal pm Enrico Zucca al processo che si sta svolgen­do a Genova per l’irruzione della polizia nella scuola Diaz, durante il G8 del luglio 2001. L’accusa, per i due po-­liziotti, è di istigazione alla falsa testimonianza. Il pm Zucca ha ribadito la te­si per la quale De Gennaro e Mortola avrebbero esercita­to pressioni sull’ex Questo­re di Genova, Francesco Co­lucci, affinché testimonias­se il falso durante il proces­so per la sanguinosa irru­zione della polizia alla Diaz. Lo avrebbero esortato a di­chiarare il falso per non coinvolgere nella vicenda lo stesso De Gennaro e, secon­do Zucca, a dimostrare che ciò avvenne effettivamente ci sono diverse intercetta­zioni telefoniche che il ma­gistrato aveva letto nell’u­dienza di martedì. Nella requisitoria il pm ha poi spiegato di aver chiesto due anni e non tre (il massi­mo della pena prevista) do­po aver considerato equiva­lenti le attenuanti e le ag­gravanti, dal momento che l’ex capo della polizia, quan­do avvennero i fatti, era un superiore in grado. Inoltre il rito abbreviato prevede lo “sconto” di un terzo della pe­na. Tre no global, che vennero picchiati e furono feriti nel blitz della Diaz (sede dei contestatori del vertice), e l’associazione Giuristi de­mocratici si sono costituiti parti civili. Il loro avvocato, Laura Tartarini, ha sostenu­to l’accusa e ha chiesto la condanna non soltanto per gli specifici fatti ma anche per emettere una sentenza che «renda giustizia alla so­cietà italiana». I difensori dei due dirigenti di Polizia parleranno invece il 15 e il 17 luglio, quando so­no state fissate le prossime udienze. «Punteremo a far assolvere i nostri assistiti», hanno anticipato gli avvo­cati Piergiovanni Iunca, A­lessandro Gazzolo, Carlo Biondi e Franco Coppi. «Ci aspettavamo che il pubbli­co ministero chiedesse la condanna di entrambi – ha detto Iunca –. Il problema delle pene è relativo in pro­cessi di questo tipo. Abbia­mo ovviamente l’obiettivo di far assolvere i nostri assisti­ti: una condanna, di qual­siasi entità, creerebbe un danno a dirigenti di pubbli­ca sicurezza. Ritengo addi­rittura che se il reato fosse stato commesso sono pene eque. Il problema è che con­testiamo sia stato commes­so ». Il processo ai due poliziotti sta suscitando vasta eco a li­vello nazionale e, ieri, è in­tervenuto su questo il mini­stro per l’Attuazione del pro­gramma di governo, Gian­franco Rotondi. «Non com­mento gli atti della magi­stratura – ha detto – ma non si può umiliare lo Stato cri­minalizzando chi lo difen­de. Per questo esprimo la mia solidarietà a Gianni De Gennaro » . La sentenza è prevista entro settembre.
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