Il Governo ha autorizzato la fiducia sul ddl sicurezza, la maggioranza difende questa scelta e l'opposizione, invece, insorge su metodo e contenuti: con queste norme si torna alle leggi razziali, tuona il leader del Pd, Dario Franceschini.
La fiducia. La fiducia verrà posta martedì su tre maxiemendamenti, i tre voti si terranno mercoledì e giovedì in tarda mattinata ci sarà il voto finale. La Lega non nasconde che avrebbe preferito il voto già questa settimana tanto che il ministro Roberto Maroni, quando già si era capito che si sarebbe votato la prossima settimana aveva detto: "se il voto di fiducia sarà rinviato di una settimana torneranno a piede libero circa 250 clandestini". Sulla decisione del Governo, stamane Maroni ha osservato: così il provvedimento "potrà essere approvato senza rischi e senza imboscate". Contrasto all'immigrazione clandestina, lotta alla criminalità organizzata, sicurezza pubblica sono i tre capitoli su cui si dovrà votare. "Giusta la decisione di porre la fiducia sui provvedimenti riguardanti la sicurezza. Si tratta di un tema prioritario per il governo e l'intero centrodestra" ha detto il presidente dei Senatori, Maurizio Gasparri.
L'attacco di Franceschini. Non è in alcun modo una ferita alla Costituzione, ha replicato al capogruppo del Pd, il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. La maggioranza "è più coesa che mai", ha aggiunto Gianfranco Rotondi. Ma il leader del Pd, Dario Franceschini attacca: con le norme contenute nel ddl sicurezza la destra vuole tornare alle leggi razziali. L'affondo arriva ad un incontro con le associazioni che si occupano di immigrazione: "C'è già stato un tempo in Italia in cui i bambini venivano cacciati dalle scuole per la loro religione. È immorale - accusa - usare strumentalmente la legittima domanda di sicurezza per tornare 70 anni dopo alle leggi razziali nel nostro Paese" ha detto e ha assicurato "tutto l'impegno del Pd nella battaglia parlamentare contro il ddl sicurezza, faremo battaglia con tutti i mezzi". Ma compito del Pd, spiega il suo leader, è anche portare la protesta fuori dalle aule parlamentari e "alzare la voce" contro "norme immorali", che tra l'altro "non risolvono il problema dell'immigrazione clandestina ma lo aggravano". "Uno che fa una considerazione come quella sulle leggi razziali è completamente fuori dalla realtà. È una brutta cosa per chi vuol essere un leader politico, ma se continua così continuerà a perdere voti" gli ha replicato a stretto giro di posta il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota.