Diciotto articoli per riscrivere, con una riforma costituzionale, la giustizia italiana. Il passo compiuto ieri mattina a Palazzo Chigi lascerà strascichi profondi nella politica. Pur non applicandosi ai processi in corso e malgrado non siano compresi temi "scottanti" come le intercettazioni o il processo breve. I cardini restano quelli anticipati al Quirinale.
Carriere separate. Per il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è il fulcro della riforma: i giudici costituiscono un «ordine autonomo e indipendente da ogni potere e sono soggetti soltanto alla legge»; i pm sono invece un «ufficio», organizzato secondo «le norme dell’ordinamento che ne assicurano autonomia e indipendenza».
Obbligo azione penale, ma con limiti. Il pm continuerà ad avere l’obbligo di esercitare l’azione penale, ma «secondo criteri stabiliti dalla legge». Anche della polizia giudiziaria i magistrati potranno disporre solo «secondo le modalità stabilite dalla legge».
Assolti per sempre se assolti in primo grado. La non appellabilità delle sentenze di assoluzione in 1° grado, introdotta a suo tempo dalla "legge Pecorella" e poi bocciata dalla Consulta, torna ora in Costituzione con un comma all’art. 111 dove si dice che «le sentenze di proscioglimento sono appellabili soltanto nei casi previsti dalla legge».
Responsabilità dei giudici. Le toghe potranno essere chiamate a rispondere di tasca propria dal cittadino per errori commessi, come avviene per i medici. Nella bozza si aggiunge poi che «nei casi di ingiusta detenzione o di altra indebita limitazione della libertà personale, la legge regola la responsabilità civile dei magistrati». Nel caso in cui le toghe non riescano da soli a far fronte alla richiesta di risarcimento, potrà intervenire lo Stato.
Doppio Csm. Ce ne sarà uno per i giudici e uno per i pm. Entrambi presieduti dal capo dello Stato e composti per metà da laici eletti dal Parlamento e per metà da togati. Del primo Csm i componenti saranno giudici votati sulla base del sorteggio degli eleggibili, con l’intento di frenare il "correntismo" nella magistratura. Tutti i membri dureranno in carica 4 anni e non saranno più rieleggibili. Inoltre i due Csm non potranno «adottare atti di indirizzo politico». Allo stesso modo, anche la nuova Alta Corte di disciplina sarà divisa in due sezioni, con componenti nominati per metà dal Parlamento e per metà da tutti i giudici e pm.
Giudici onorari. Per accontentare la Lega che chiede di coinvolgere il popolo, all’art. 106 della Costituzione sarà prevista la nomina, anche elettiva, di magistrati onorari con funzioni di pm.