mercoledì 9 febbraio 2011
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La proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) è stata approvata in Senato nel marzo 2009, dopo che l’opinione pubblica, scossa dal caso Englaro, aveva avviato un acceso dibattito sulla tutela e i diritti delle persone in stato vegetativo. La proposta sarà discussa alla Camera il prossimo 21 febbraio, dopo un lungo lavoro di analisi e confronto svolto dalla commissione Affari sociali. I tempi, però, potrebbero allungarsi; mancano, infatti, i pareri della commissione Giustizia, che ha disposto un rinvio vista l’assenza della presidente e relatrice del provvedimento Giulia Bongiorno, e quello della Affari costituzionali, che proseguirà l’esame oggi.“Una legge di libertà - come l’ha definita ieri il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella - con cui si può scegliere quali terapie vogliamo, e quali non. E su questo non c'è nessuna divisione. Il problema è che questa legge, non si capisce perché debba passare sulla frontiera alimentazione e idratazione, un paletto che noi mettiamo perché nessuno vuole morire disidratato o non alimentato”.A questo proposito è intervenuta Paola Binetti (Udc), auspicando che si imprima anche “un ritmo accelerato alla legge sugli stati vegetativi, che da quasi due anni si trascina in Commissione alla Camera mentre dovrebbe essere quanto prima approvata per dare una risposta vera ai bisogni concreti dei malati e delle loro famiglie”. Per la deputata Udc questa legge, insieme a quella sulle Dat e a quella, già approvata, sulle cure palliative “definisce uno stile di cura e di assistenza che rifiuta fermamente ogni possibile forma di abbandono del paziente”.I punti nodali del testo sulle Dat prevedono la tutela della vita come diritto inviolabile e indisponibile, anche nella fase terminale dell'esistenza, il divieto di accanimento terapeutico, di eutanasia e suicidio assistito, la centralità del consenso informato e dell’alleanza terapeutica, il diritto alle cure palliative e la definizione di livello essenziale di assistenza quello ai soggetti in stato vegetativo. Alimentazione e idratazione, che non possono essere oggetto di Dat, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui non risultino più efficaci nel fornire i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Inoltre, come il caso Englaro ha reso necessario specificare, la legge prevede che eventuali dichiarazioni di intenti o orientamenti espressi dal soggetto al di fuori delle forme e dei modi previsti dalla legge non hanno valore e non possono essere utilizzati ai fini della ricostruzione della volontà del soggetto.
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