Un incontro condotto dalle donne immigrate di Pangea con ragazzi stranieri - undefined
«A scuola ero l’unica alunna marocchina. La mia forte motivazione allo studio veniva anche dal bisogno di aiutare la mia famiglia. Ero già una mediatrice», Asmae Zoukari ha 42 anni, vive nella provincia di Bergamo, fa la maestra ed è responsabile dell’intercultura per gli istituti del territorio. È in Italia da quando era in fasce. Forte della sua esperienza personale, oggi continua a mediare tra famiglie straniere e istituzioni, fuori e dentro le scuole. Insieme ad altre donne, la maggior parte con background migratorio, ha fondato l’associazione Pangea per far sì che sempre meno bambini debbano portare il peso dell’interpretazione linguistica e della mediazione culturale. « Marocco, Ecuador, Brasile, Colombia, Italia… siamo volontarie con diverse provenienze.
Ognuna porta la propria esperienza – racconta – . L’obiettivo è creare una cittadinanza attiva anche da parte degli stranieri». La lingua è il primo ostacolo da superare. Grazie al supporto pubblico e di alcune aziende locali, dal 2021 a oggi l’associazione ha organizzato corsi di italiano gratuiti a Bottanuco, Presezzo e Chignolo d’Isola, tutti Comuni in provincia di Bergamo con una forte presenza di stranieri. «Siamo partite con corsi per le donne perché spesso a causa della barriera linguistica sono escluse dalla comunità e dalla vita scolastica dei figli. C’era questa mamma, per esempio, che ai colloqui non rispondeva mai alle insegnanti. Adesso è lei stessa a fare domande», spiega. Non solo i loro figli non dovranno più fare da mediatori, ma potranno essere seguiti meglio dai propri genitori. Sono delle risposte concrete alla domanda di integrazione: « A Presezzo il Comune ci ha aiutato a garantire anche la baby-sitter durante le lezioni per venire incontro alle mamme con neonati».
Il corso rilascia una certificazione: uno step fondamentale per trovare lavoro, avere il permesso di soggiorno regolare e infine ottenere la cittadinanza. Imparare la lingua permette dunque di acquistare diritti, ma anche una maggiore autonomia: « Ricordo una donna che era arrivata al nostro corso di alfabetizzazione su segnalazione dei servizi sociali. Dopo due anni di studio è riuscita a prendere pure la patente e ora ha un buon contratto di lavoro. Un’altra era stata abbandonata dal marito. Attraverso il nostro corso ha imparato a seguire i suoi tre figli nei compiti e adesso ha un lavoro con cui riesce a mantenerli».
L’integrazione sperimentata da Pangea in questi anni si muove su due binari. La distanza tra stranieri e italiani non viene ridotta solo con la comprensione linguistica, ma soprattutto attraverso l’incontro. « Io sono arrivata dall’Ecuador a 11 anni con dei genitori che non parlavano l’italiano – spiega la 33enne Maria Fernanda Villafuerte Cevallo, un’altra fondatrice di Pangea – . Oggi sono imprenditrice nel settore dei mobili e vado nelle scuole a raccontare la mia storia piena di difficoltà, ma anche di successo». Si tratta del progetto “Due culture... un mondo”, attraverso il quale l’associazione ha portato davanti agli studenti diverse testimonianze di stranieri con percorsi accidentati ma vincenti: un modo di dare speranza anche ai tanti ragazzi con background migratorio. Nel periodo del Ramadan, Pangea porta le testimonianze anche fuori dalle scuole attraverso il progetto “Biblioteche viventi”. « Abbiamo invitato gli insegnanti perché sono i primi a interfacciarsi con bambini stranieri e con religioni diverse. Gli incontri però sono rivolti a tutti, per abbattere gli stereotipi, i pregiudizi e le discriminazioni », conclude Zoukari.