La scorsa settimana, a Terni, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) ha riunito il Consiglio nazionale rappresentato dai presidenti degli Ordini provinciali per dibattere sulle dichiarazioni anticipate di volontà (Dat). Venerdì un convegno ha visto l’intervento di giuristi, rappresentanti delle società scientifiche e di associazioni di cittadini e di pazienti, oltre al senatore Raffaele Calabrò che ha fornito le motivazioni giuridiche, scientifiche ed etiche che chiariscono il divieto, presente nel suo disegno di legge, di interrompere idratazione e alimentazione a pazienti in stato vegetativo. Sabato però i presidenti degli Ordini provinciali hanno approvato un documento – a larga maggioranza, ma non significative defezioni quali Milano e Roma – che invece afferma che l’idratazione e la nutrizione sono atti medici e come tali sempre sottoposti al consenso del paziente. Pertanto in previsione di un eventuale stato vegetativo il cittadino – secondo la Fnomceo – avrebbe diritto a inserire nelle proprie Dat anche il rifiuto di idratazione e nutrizione.
«L’unanimità sui criteri del codice deontologico è fondamentale per la Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), quindi una spaccatura su tali principi è un fallimento del compito istituzionale del presidente». È questa, secondo il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella la portata del rischio provocato dal documento presentato dal 'numero uno' della Fnomceo, Amedeo Bianco, e varato nonostante il voto contrario di cinque Ordini provinciali dei medici e l’astensione di sette. (Tra questi voti non favorevoli, quelli degli Ordini più numerosi).
Eppure Bianco afferma che non si tratta di spaccatura ma di un piccolo dissenso, che testimonia che c’è stato un dibattito serio... Non si tratta di una semplice diversità di opinione perché l’Ordine non è una libera associazione o un sindacato, nel quale su singole questioni si manifestano maggioranze e minoranze. Il suo ruolo istituzionale è salvaguardare il massimo di condivisione sui criteri deontologici.
Perché allora emanare un documento così divisivo all’interno della Federazione? Già perché? Perché asserire con tanta decisione che l’alimentazione è un trattamento medico, quando gli scienziati non sono affatto unanimi a riguardo. Sarebbe stato compito semmai di una società scientifica, affermarlo. Non vedo altra ragione se non l’intenzione di dare un preciso appoggio ad una linea politica prima dell’inizio alla Camera dell’iter del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) approvato dal Senato.
Ma è naturale che ogni soggetto interessato al ddl si pronunci... I medici sono stati ascoltati dalla commissione competente del Senato, e certamente lo saranno anche alla Camera. C’è tutta la possibilità di esprimere sia posizioni personali che quelle degli Ordini sulle questioni che loro competono, cioè quelle relative ai criteri deontologici. Allo stesso modo le società scientifiche saranno consultate nel proprio campo. Non c’era dunque nessun bisogno di questo documento con finalità politiche.
Che dire della richiesta di 'un diritto mite'? La prima mitezza dovrebbe esprimerla la Federazione degli Ordini, non solo i parlamentari che sono sottoposti ad una continua verifica da parte del loro elettorato.
Tra l’altro la maggioranza che ha approvato il documento ha respinto la citazione della Convenzione di New York sui disabili... Infatti vieta la sospensione di nutrizione e idratazione negli stati vegetativi. Il documento approvato su questo è molto equivoco afferma che la nutrizione artificiale è 'in grado di modificare la storia naturale della malattia', perciò il suo rifiuto può essere contenuto nelle Dat. Ma quale patologia cura? Nessuna. Il problema è un altro: proprio quello della disabilità, l’incapacità, cioè, per vari motivi di portare il cibo alla bocca. L’unico caso in cui questo sostegno vitale è controindicato è l’impossibilità di assimilare. Su questo siamo disposti a discutere, ma non siamo disposti a trattare un disabile, per ragioni psichiche o fisiche, in maniera disumana, negandogli il cibo. A molte persone in stato vegetativo le famiglie somministrano con il sondino frullati preparati in modo ordinario. Nelle tribù indiane di America, inoltre, le squaw masticavano il cibo per darlo agli anziani che non avevano più denti. Anche questi sono casi di terapia medica? Insomma nel documento la definizione scientifica di alimentazione è molto confusa e contraddittoria e apre molte possibilità di contestazione.
La Fnomeceo rivendica anche la responsabilità del medico... Pure su questo il documento è molto confuso. Noi siamo assolutamente d’accordo sul fatto che al medico sia sempre lasciata l’autonomia professionale per decidere se le Dat sono adeguate o meno. Ma se la Federazione accetta questo principio, deve apprezzare esplicitamente la non vincolatività delle dichiarazioni. Cosa che è invece contraddetta dalla richiesta dell’obiezione di coscienza per tutto il personale sanitario.
Quando prevede che il ddl arriverà nell’aula della Camera? In commissione a giorni, subito dopo il disegno di legge sulle cure palliative. In aula, invece, il testo dovrebbe approdare dopo la pausa estiva.