Lo straniero che arriva in Italia illegalmente da oggi commette un reato. La discussa svolta si compie con l’entrata in vigore della legge 94/2009, meglio conosciuta come pacchetto sicurezza, che non consente più di restare nel nostro Paese con documenti non in regola. La norma, a lungo contestata per i rischi che comporta sul terreno umanitario e organizzativo (ma molti sottolineano anche quelli sanitari), introduce un illecito penale già presente in diversi Stati europei come Francia, Germania e Spagna e prevede per il clandestino non la reclusione, ma un’ammenda da 5 a 10mila euro e l’espulsione. In caso di recidiva però, cioè se lo straniero torna di nuovo nel nostro territorio dopo il primo allontanamento, può esserci la condanna da uno a quattro anni di carcere. Con il reato di clandestinità, inoltre, diventano più stringenti i provvedimenti di rimpatrio per gli immigrati irregolari, visto che una direttiva Ue di dicembre scorso obbliga al riaccompagnamento coatto del clandestino solo quando vi sia un reato a suo carico. Negli altri casi, invece, gli viene semplicemente consegnato un foglio di via. L’obiettivo del provvedimento, ha sottolineato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è quello di non fare di tutta un’erba un fascio, bensì di distinguere la presenza illegale, dal volto buono e regolare dell’immigrazione. Solo così, ha continuato, il titolare del Viminale, si potrà costruire un sistema premiale nei confronti degli stranieri che vivono e lavorano nella legalità nel nostro Paese e, al contrario, un sistema di rigore nei confronti di chi infrange la legge. Da oggi, dunque, ha ribadito ieri il ministro, «cambia la procedura: possono essere denunciati ed espulsi più facilmente senza alcun appesantimento burocratico, e senza andare in carcere, grazie al coinvolgimento diretto del giudice di pace». Plaudono i membri del Carroccio, che considerano in malafede gli scettici alla legge perché, ha detto Federico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato, «Maroni è riuscito a dare risposte laddove gli altri non l’hanno fatto». Toni molto polemici dall’opposizione. Per il Pd il titolare del Viminale non considera le ricadute del provvedimento ed usa «toni cinici e supponenti» nel parlarne. Il riferimento è soprattutto al grande potere dato a giudici di pace e questure, ha precisato Roberta Pinotti, responsabile Difesa del partito, «i quali si troveranno in balia di norme fumose e poco chiare. Non sono chiari, infatti, né i tempi né i modi e soprattutto dove queste persone dovranno soggiornare in attesa di essere rimpatriate». Dalla categoria dei giudici di pace in effetti non sono mancate a più riprese perplessità. Ma il giro di vite imposto dalla legge punisce la clandestinità a tutto tondo. Sono difatti previste pene più severe, fino a tre anni di carcere, per chi affitta immobili a cittadini irregolari «ottenendone un ingiusto profitto». Nella stessa logica vengono aumentate le sanzioni anche per gli scafisti che sulle carrette della speranza introducono illegalmente gli immigrati in Italia: 15 mila euro di multa e sino a cinque anni di reclusione. Il pacchetto sicurezza, inoltre, allunga a sei mesi il periodo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione (ex Cpt). Il termine di 180 giorni è stabilito da una recente direttiva europea, e soprattutto, come hanno sottolineato sia il ministro Maroni che il capo della Polizia Antonio Manganelli, è considerato il termine minimo utile per ottenere dei regolari procedimenti di espulsione nei confronti di alcuni Paesi. Inasprita anche la normativa sui permessi di soggiorno. Innanzitutto da oggi sarà più oneroso per le povere tasche degli immigrati il visto; per richiederlo bisognerà infatti pagare una tassa, ancora non definita dal ministero dell’Economia, che oscilla dagli 80 ai 200 euro. Ad esser tassata, inoltre, anche la richiesta di cittadinanza per gli extracomunitari che sposano un cittadino italiano. Si dovrà pagare 200 euro e non si potrà fare richiesta prima del terzo anno di unione. L’inasprimento della burocrazia mira principalmente a contrastare i matrimoni di comodo, sia quelli finalizzati a diventare cittadini italiani che per ottenere il permesso di soggiorno. Più come spinta all’integrazione che a fini repressivi, inoltre, sarà obbligatorio superare un test di conoscenza della lingua italiana per avere un permesso di lungo soggiorno nel nostro Paese. In più si garantisce ai ragazzi che hanno conseguito un dottorato o un master di secondo livello, e che hanno il permesso di soggiorno scaduto, di rimanere comunque in Italia altri dodici mesi per cercare lavoro. A difesa dei minori, invece, c’è la revoca della patria potestà per il genitore che sfrutta il suo bambino per chiedere l’elemosina. La legge, infine, dedica un ampio capitolo a colf e badanti (ne riferiamo qui a fianco) per le quali prevede una sanatoria, sempre mettendo mano al portafoglio e tirando fuori 500 euro, per regolarizzare dal 1° al 30 settembre quelle clandestine. Il procedimento, che coinvolge circa 130mila cittadini comunitari e 170mila extra Ue, porterà entrate contributive per 1,3 miliardi di euro fra il 2009 e il 2012.