venerdì 16 ottobre 2015
​L'indagine dei Medici per i Diritti umani (Medu), a firma Andrea Barbieri e Massimiliano Aragona, individua nell'aggressione la causa della morte del giovane romano avvenuta in ospedale nell'ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga
COMMENTA E CONDIVIDI
"Le violenze inferte a Stefano Cucchi sono causa prima della sua morte". L'indagine dei Medici per i Diritti umani (Medu), a firma Andrea Barbieri e Massimiliano Aragona, individua nell'aggressione la causa della morte del giovane romano avvenuta in ospedale nell'ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. L'inchiesta medica è stata presentata oggi nella Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquino del Senato, alla presenza di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dell'avvocato della famiglia Fabio Anselmo e del presidente della Commissione diritti umani del Senato Luigi Manconi. "In conseguenza dell'aggressione Cucchi ha sviluppato una grave reazione psicopatologica post-traumatica", ha detto Barbieri. Dunque, dopo le botte, "il trauma psichico e la sindrome da inanizione, la quale ha provocato in modo esclusivo o in concausa la morte di Cucchi". Ricostruiti dall'indagine gli eventi che portarono alla morte del giovane: Cucchi dopo essere stato arrestato e prima di giungere all'udienza di convalida è stato certamente vittima di un'aggressione che, probabilmente, è avvenuta tra la fine della perquisizione nella sua abitazione e la chiamata al 118 dei carabinieri. Ma per i medici è possibile ipotizzare che prima dell'udienza abbia avuto luogo un'ulteriore aggressione fisica. Dopo le percosse, rilevano i medici, "Cucchi iniziò a manifestare diversi sintomi e comportamenti provocati dal trauma psichico innescato dell'aggressione subita e il progredire della sindrome da inanizione, senza la messa in atto di interventi terapeutici efficaci, portò in successione, ad un severo squilibrio metabolico-elettrolitico, a un probabile arresto cardiaco aritmico e, infine, alla morte".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: