«Il virus non è mutato, ha la stessa virulenza» ma non ci sarà un nuovo lockdown nazionale, «perchè i casi li intercettiamo molto prima». La situazione non è fuori controllo con mille focolai, «ma se diventano 2mila o 3mila non riusciamo più a controllarla». La seconda ondata? «Non è neanche finita la prima». Tuttavia, «non c’è nessun settore di per sè a rischio» e se si usano le dovute precauzioni «quasi tutte le attività possono essere svolte». Fanno eccezione discoteche e stadi. E comunque «le scuole vanno riaperte e saranno riaperte». All’indomani delle polemiche e della risposta – «Sono stato frainteso, è un caso di infodemia» ha replicato su Avvenire –, il consigliere scientifico del ministro della Salute, Walter Ricciardi, al Meeting di Rimini ha affrontato tutte le questioni Covid. L’occasione è stata un dibattito con ricercatori tedeschi, americani e brasiliani.
Tutti d’accordo sull’importanza di una collaborazione più stretta tra i sistemi sanitari nazionali. «Studiando ciò che stava succedendo in Italia, abbiamo potuto prepararci alla pandemia» ha ammesso Luisa Denkel, della Carità di Berlino. In Brasile, ha raccontato Luis Eugenio de Souza, Professore di salute pubblica all’Università di Bahia, gli scienziati, la Chiesa e le associazioni hanno surrogato il governo creando un coordinamento – il fronte per la vita – che cerca di far fronte al caos che finora ha causato tre milioni di casi e centomila decessi. Secondo Paul Barach, della Wayne State University, «il virus ci conduce in una nuova “normalità” che dobbiamo imparare a vivere e nella quale diventa decisiva la trasparenza delle informazioni diffuse dal governo e dei comportamenti dei leader, la telemedicina e proteggere meglio gli operatori sanitari, perchè se loro sono insicuri, è provato, muoiono più malati».
Considerazioni raccolte da Ricciardi che ha difeso a spada tratta le scelte del governo, primo in Europa a deliberare il lockdown totale, sottolineando: «Abbiamo basato le decisioni sulle evidenze scientifiche». Per contro, il consigliere del ministro ha mostrato di non credere agli studi internazionali sulla mutazione del virus e men che meno alle dichiarazioni dei medici che, come Zangrillo e Bassetti, ritengono il Covid 19 meno aggressivo. «Il virus non è mutato, ha la stessa virulenza e la stessa patogenicità – ha dichiarato – e sta facendo morti e feriti in altri Paesi come Brasile e Stati Uniti. Dobbiamo continuare a rispondere con la stessa serietà dimostrata sino ad oggi». Che la preoccupazione principale dell’esecutivo sia quella di superare l’autunno senza troppi danni emerge chiaramente dalle parole del medico, che a Rimini ha chiesto di tenere alta la guardia ma non ha tratteggiato una situazione di emergenza.
L’aumento dei casi di positività, ad esempio, «non significa che la situazione sia fuori controllo, siamo ancora in grado di controllarla perchè più o meno i focolai sono mille in Italia, ma se diventano 2mila o 3mila non riusciamo più a controllarla», ha detto, sottolineando i rischi della movida.
Quanto alla scuola, in caso di infezione, si valuterà caso per caso, «in certi basterà l’isolamento di una classe, in altri servirà la chiusura della scuola» ha dichiarato al ilsussidiario.net. Sicuramente, ha aggiunto, «dobbiamo abbassare la circolazione del virus fuori dalla scuola, con controlli rigorosi come in Danimarca e Cina e non come in Francia, ed evitare di farcelo entrare dentro», ma «le scuole vanno riaperte. E saranno riaperte, c’è lo sforzo da parte di tutti per riaprirle».
Peraltro, oggi, rispetto a febbraio, siamo in una «situazione completamente differente per molti motivi» e non dovremo subire, prevedibilmente, un nuovo lockdown nazionale, «innanzi tutto perchè i casi li intercettiamo molto prima nel senso che questo sistema di testing e di tracciamento porta a identificare soggetti nella stragrande maggioranza asintomatici». Secondo il consigliere di Speranza, quando si parla di seconda ondata si ignora che «non è finita la prima. Il virus è pericoloso in ambienti chiusi, bisogna continuare a indossare le mascherine, mantenere le distanze e osservare l’igiene personale».