L'arrivo del primo paziente Covid in ospedale in Fiera a Milano, 14 gennaio 2022 - Ansa
Questo perché, scrive l'Iss nella Faq,
"l'infezione da SARS-CoV-2 dà una sintomatologia variegata e in evoluzione anche per la comparsa di nuove varianti virali che interagiscono in modo spesso diverso con il nostro organismo. Questo rende molto difficile riconoscere clinicamente un'infezione sintomatica da SARS-CoV-2 in assenza di una conferma di laboratorio. L'esperienza ha dimostrato, inoltre, che la maggior parte delle infezioni, in particolare nei soggetti vaccinati, decorre in maniera asintomatica o con sintomatologia molto sfumata. Non sorvegliare questi casi, limiterebbe la nostra capacità di identificare le varianti emergenti, le loro caratteristiche e non potremmo conoscere lo stato clinico che consegue all'infezione nelle diverse popolazioni (es. per età, stato vaccinale, comorbidità). Inoltre, non renderebbe possibile monitorare l'andamento della circolazione del virus nel tempo e, di conseguenza, i rischi di un impatto peggiorativo sulla capacità di mantenere adeguati livelli di assistenza sanitaria anche per patologie diverse da COVID-19".
Troppo rischioso, dunque, eliminare semplicemente gli asintomatici dal computo dei contagi, perdendo di vista il monitoraggio sull'andamento dell'epidemia che si nutre, ormai è noto, proprio della folta schiera di asintomatici, o più precisamente di pauci o di pre-sintomatici.
Si valuta, invece, lo "sdoppiamento" dell'elenco dei ricoveri nel bollettino, anche ai fini della valutazione sui cambi di colore delle Regioni che potrebbero avvenire solo in base ai ricoverati Covid riconosciuti, ossia quelli che sono in ospedale a causa di una sintomatologia Covid.
In mattinata era circolata la bozza di una nuova circolare del ministero, sui cui però lo stesso dicastero guidato da Roberto Speranza ha frenato sottolineando che non è ancora stata firmata e divulgata, e che l'interlocuzione è ancora in corso.
A partire dal primo febbraio, prevede la bozza, il bollettino conterrà un nuovo campo, comprendente i "pazienti Covid ricoverati per cause diverse": fino ad allora, questi saranno elencati nelle note generali. Lo stesso documento, qualora diventasse ufficiale, chiude la porta a un bollettino di soli positivi sintomatici: "Rimane invariata, invece, la definizione di caso Covid: i pazienti ricoverati positivi, a prescindere dai sintomi, "vanno tracciati come casi e comunicati ai sistemi di sorveglianza esistenti".
Ma, come dicevamo, questa bozza è stata fermata.
BOLLETTINO SETTIMANALE O GIORNALIERO? IL DIBATTITO E' APERTO
Ultimo fronte, quello della periodicità del bollettino: diversi esperti, tra cui Matteo Bassetti, hanno chiesto a gran voce di interrompere il florilegio di dati quotidiani, che creerebbe tensione e panico continui. Meglio un report settimanale, sulla scorsa di quello che l'Iss già produce da anni per l'influenza stagionale. Una linea, nell'ambito della tendenza all'endemizzazione del virus e di fatto, quindi, proprio a una sua "influenzizzazione", che non dispiace nemmeno ai sottosegretari alla Salute Costa e Sileri, e sui cui si è detto possibilista lo stesso presidente dell'Aifa Giorgio Palù.
Il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute ne ha discusso oggi ed ha espresso il parere che il bollettino Covid debba rimanere quotidiano.