«Tutti salvi, grazie a Dio, ma privi di tutto». Don Daniele Pinton, vicario per il clero della diocesi dell’Aquila, sintetizza così la situazione dei sacerdoti e dei religiosi della città colpita dal sisma, in particolare quelli che abitavano nel centro storico. «Sono circa settanta i sacerdoti rimasti senza casa – afferma –. Alcuni potranno rientrare a breve nelle canoniche dichiarate agibili, ma almeno ventidue di esse sono completamente distrutte. I preti più anziani sono ospitati nel convento di San Francesco a Carsoli mentre gli altri vivono nelle tendopoli, che raccolgono pressappoco le persone della parrocchia di quel territorio». Scampati a volte in modo molto fortuito alla scossa del 6 aprile scorso, non hanno potuto portare nulla con sé nè recuperarlo in seguito, nemmeno un cambio di biancheria. «Nella prima emergenza – spiega don Pizzon – ci è venuta in soccorso la solidarietà dei vescovi dell’Abruzzo-Molise e quella di alcune ditte di abiti per il clero e di paramenti sacri. Adesso abbiamo attivato un numero di conto corrente per chi volesse destinare delle offerte per i sacerdoti e per officiare delle Messe». Gravemente danneggiate o comunque inagibili anche la maggior parte delle case delle religiose. «Le monache agostiniane del convento di Sant’Amico – don Pinton ha in mente tutta la mappa degli spostamenti – sono adesso a Roma e a Cascia; le clarisse di Paganica, che a causa del terremoto hanno perso la badessa, sono a Pollenza, nella diocesi di Macerata, mentre le monache benedettine celestine si dividono tra la tendopoli di Fossa e Città Ducale, nella diocesi di Rieti. Tutte le suore più giovani, però, stanno cercando allestimenti prefabbricati accanto ai loro conventi disastrati per tornare al più presto e stare in mezzo alla loro gente». In via XX Settembre, dove sorgeva la Casa dello studente il cui crollo ha causato tante vittime, c’era il convento delle Maestre Pie Filippini. I Vigili del fuoco che hanno effettuato il sopralluogo per verificare le condizioni dello stabile, hanno chiesto alla superiora, suor Lucia Estrafallaces, se qualcuno - la notte del terremoto - le abbia portate giù in braccio e messe in salvo. «Santa Lucia - afferma senza esitazioni la superiora - , non c’è altra spiegazione per essere uscite senza un graffio, noi sei suore e sette delle ragazze ospitate nel nostro pensionato universitario». «È stato terrificante - ricorda la suora che si commuove rivivendo la scena - : c’è stato un boato e poi la casa si muoveva tutta e le scale ondeggiavano. Fuori si sentivano i ragazzi della Casa dello studente che urlavano, si chiamavano; c’era puzza di gas e gente sui tetti. Era tutto buio. Suore e ragazze ci siamo abbracciate, non riuscivamo a credere di essere in salvo». Adesso le Maestre Pie Filippini sono ospitate a Scurcola marsicana, ma intendono proseguire l’attività scolastica appena avranno a disposizione una struttura adatta:«Tra scuola materna ed elementari abbiamo circa 200 alunni. Ci hanno chiamato, stanno tutti bene, sparpagliati tra case di parenti, tendopoli, alberghi. Come Dio vorrà, ricominceremo». Intenzionate a ricominciare presto l’attività scolastica anche le suore Francescane missionarie di Gesù Bambino, più conosciute come Micarelli, dal nome della fondatrice. Tra scuola materna, elementare e medie, gli alunni sono circa 200: «Sia i genitori che i ragazzi - afferma la superiora suor Luciana Fagnano - ci chiedono di continuare la scuola e sono preoccupati di cosa accadrà a settembre, per il prossimo anno scolastico. Nemmeno noi abbiamo risposte per il futuro, tranne la nostra intenzione di non andar via da L’Aquila». Suor Fagnano ha un desiderio: «Quattro dei nostri ragazzi delle medie hanno superato la fase regionale dei giochi matematici dell’Università Bocconi e dovrebbero recarsi alla finale a Milano: ci piacerebbe, nonostante questa fase di precarietà, che potessero parteciparvi». Sei delle suore Micarelli vivono nella tendopoli di Collemaggio:«Stiamo condividendo la fatica delle persone, sentendoci parte di una comunità e collaborando con i sacerdoti». In aiuto dei sacerdoti aquilani sono giunti alcuni Missionari del Verbo incarnato, Legionari di Cristo e Orionini. «Se altri sacerdoti potessero darci la loro disponibilità - dichiara don Pinton - l’accoglieremmo volentieri. Tra alcune settimane, potremmo dare qualche giorno di riposo ai nostri sacerdoti che sono impegnati in un intenso tour de force per garantire assistenza a tutti e provati dalla difficoltà che vive la loro gente».