Il premier Conte con il presidente del Consiglio Europeo Tusk
Deciso a dare la sua impronta, il premier Giuseppe Conte è approdato al primo incontro internazionale del suo mandato con una parola d'ordine: ridare centralità all'Italia. E, parallelamente, segnare un punto di rottura con i governi del passato. Ma le prime parole che il presidente del Consiglio esprime sono attraverso Twitter, ribadendo la ferma intenzione di essere sì nella Nato ma di guardare anche alla Russia. Un Paese cui, si spera, verranno rimosse le sanzioni internazionali. «Sono d'accordo con il presidente Donald Trump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell'interesse di tutti», il cinguettio del premier da Charlevoix. Un tweer postato dopo che il presidente Usa stamane si era detto favorevole a un ritorno della Russia nel formato G8, dal quale era stata espulsa nel 2014 dopo l'annessione della Crimea.
Tusk e Juncker su questa ipotesi però non hanno dubbi: il formato G7 al momento non si tocca. «Dobbiamo salvaguardare i
principi dell'Ue, tra i quali il fatto che gli stati europei, come la Russia, debbano rispettare le regole internazionali. Certo, dobbiamo riaprire il dialogo con Mosca, ma in altri modi», ha detto il presidente della Commissione Europea dopo le parole di Trump che si è detto favorevole al rientro della Russia nel G8 e il successivo endorsement del premier Giuseppe Conte.
Una prima presa di posizione pubblica di quella linea personale che Conte ha scelto di seguire in questi due giorni di vertice. La logica di fondo, infatti, è affermare la centralità dell'Italia e dei suoi interessi, dai dazi di Trump alle sanzioni alla Russia, fino al dossier migranti. Conte, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, è arrivato in Canada forte della legittimazione alle elezioni e da leader politico darà la sua linea. Tuttavia anche dall'Eliseo arriva uno stop alla proposta di Trump, appoggiata dal premier italiano: «Gli europei si oppongono unanimi contro il ritorno della Russia» nel G7.
Il suo debutto internazionale al G7 sarà caratterizzato da incontri bilaterali con i leader dell'Unione Europea nella località turistica di La Malbaie. Prima della riunione del vertice di stasera, che si preannuncia come uno dei più tesi nella storia del gruppo per i dazi su acciaio e alluminio annunciati dal presidente americano Donald Trump, Conte ha già incontrato il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. «Un colloquio positivo con il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte. Abbiamo parlato di G7, unione monetaria, migranti e Russia - il tweet di Tusk dopo il faccia a faccia - Ci incontreremo di nuovo a Roma entro giugno».
Altro incontro di questo pomeriggio con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker per poi unirsi agli altri leader europei del G7, la tedesca Angela Merkel, il francese Emmanuel Macron e la britannica Theresa May. «Non abbiamo parlato in particolare della Russia» ma l'Italia ha «un ruolo fondamentale in Europa», l'Italia «ha bisogno dell'Europa e l'Europa non è completa senza l'Italia», ha detto ai giornalisti il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker, rispondendo ad una domanda sulla posizione del premier italiano Giuseppe Conte sulla Russia. «Ho avuto un buon colloquio con Conte - ha aggiunto - lo rivedrò prima del vertice, parleremo con lui di immigrazione e budget europeo».
Secondo fonti di una delegazione europea, la riunione ristretta di Junker con Merkel, May e Macron dovrebbe servire a verificare una posizione comune contro i dazi Usa che hanno innescato le proteste degli altri sei alleati del Gruppo. I leader europei dovrebbero anche valutare una posizione unanime in merito all'accordo sul nucleare con l'Iran dal quale Trump si è ritirato. Sempre oggi Conte, che ha detto di avere come primo obiettivo della trasferta canadese quello di farsi conoscere, avrà incontri bilaterali con il primo ministro canadese Justin Trudeau, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, la cancelliera Merkel e il presidente Macron. Per domani mattina, invece, è fissato un incontro con il primo ministro britannico Theresa May.