mercoledì 31 marzo 2010
L’ex presidente accusato di peculato. Condannati l’ex vice commissario all’emergenza e un avvocato che aveva emesso le parcelle.
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Rinvio a giudizio con l’accusa di peculato per Antonio Bassolino, presidente uscente della Regione Campania. La decisione ieri al termine dell’udienza preliminare per la vicenda delle cosiddette “consulenze d’oro” nell’ambito di una delle tante inchieste che riguardano l’emergenza rifiuti in Campania, di cui Bassolino è stato dal 2000 al 2004 commissario straordinario ed è infatti in relazione a questo incarico che è coinvolto e che sarà giudicato. Il processo comincerà il 20 luglio prossimo davanti alla prima sezione del Tribunale di Napoli. Il giudice Alabiso ha accolto parzialmente le richieste del pm Giancarlo Novelli, titolare dell’inchiesta prosciogliendo Bassolino dal reato di falso ideologico e materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Ha invece condannato l’ex vice commissario all’emergenza Raffaele Vanoli e l’avvocato amministrativista Enrico Soprano, consulente esterno del commissariato, entrambi avevano chiesto il rito abbreviato, rispettivamente a due anni e a un anno e sei mesi di carcere - le pene sono sospese - per concorso in peculato. Rinviati a giudizio anche l’ex subcommissario all’emergenza Giulio Facchi e Michele Carta Mantiglia, altro professionista legato al commissariato da un rapporto di collaborazione. Anche per costoro l’accusa è di peculato in concorso. L’inchiesta fa parte di un sostanzioso fascicolo con cui la magistratura napoletana ha evidenziato nel tempo l’inefficienza operativa e lo spreco economico durante i quattordici anni della struttura commissariale per l’emergenza rifiuti. Le indagini dello specifico filone d’inchiesta, e che hanno portato ieri in udienza preliminare alle condanne e ai rinvii a giudizio, si sono concluse a ottobre del 2008. Per gli inquirenti il danno erariale ammonta a circa 300mila euro, in massima parte per compensi gonfiati e non dovuti o attribuiti a persone non abilitate alla professione. Antonio Bassolino avrebbe firmato due decreti di liquidazione a Enrico Soprano, che secondo il consulente del pm superavano di 20mila euro il minimo della tariffa professionale. «Le indagini erano iniziate con delle ipotesi più ampie e vaste - spiega l’avvocato Peppino Fusco, legale di Bassolino - alla fine tutto è legato a due parcelle pagate a Soprano. Il problema che si pone è che le tariffe delle parcelle professionali hanno varie voci che possono essere interpretate in diversi modi». Bassolino ha invece affidato ad una nota il suo commento alla decisione del giudice: «Esprimo rispetto e fiducia verso la magistratura - scrive. - Non ho commesso nulla di male, mi sono limitato a firmare un decreto di liquidazione predisposto e siglato dai competenti uffici del commissariato (precisamente dal subcommissario Giulio Facchi, ndr) a seguito di una completa istruttoria sulla regolarità formale e sostanziale della richiesta di onorario dell’avvocato Soprano». E conclude: «Sono, infine, convinto, che, anche in questo caso, emergerà la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono addebitati».
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