La sentenza è stata meno dura del previsto per Francesco Schettino. Il comandante dell’inchino, che nella giornata finale è scoppiato in lacrime, è stato condannato ieri in primo grado dal tribunale di Grosseto a 16 anni e un mese di arresto per tutti i reati per cui era imputato nel processo sul disastro della Costa Concordia. I giudici hanno condannato Schettino a cinque anni per naufragio colposo, dieci anni per i reati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose – in relazione ai 32 morti e 157 feriti al Giglio – e a un anno per i reati di abbandono della nave e abbandono di incapaci. Il mese di arresto è stato inflitto per non aver informato correttamente la Capitaneria di Porto. Il tribunale non ha riconosciuto le attenuanti generiche. Riguardo alle aggravanti è stata riconosciuta quella di “colpa cosciente” per il naufragio, ma non per i reati di omicidio e lesioni colpose. Inoltre Francesco Schettino è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e dalla professione di comandante di nave per cinque anni. Il Tribunale di Grosseto ha stabilito anche che Francesco Schettino e Costa Crociere devono risarcire in solido tutti i naufraghi che si sono costituiti parte civile nel processo sulla Costa Concordia. Tra questi anche la moldava Domnica Cemortan, a cui andranno – come gli altri – 30mila euro. Al momento della lettura della sentenza, Schettino non era in aula perché, come ha riferito il suo legale, Donato Laino, «non è in buone condizioni di salute ed è molto provato». In mattinata aveva dichiarato, commuovendosi: «Quel giorno sono morto anch’io». «È una sentenza dura, ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della Procura forse restituisce a Schettino un po’ di onore», ha commentato l’altro avvocato di Schettino, Domenico Pepe. Il legale ha già annunciato che farà appello dopo aver letto le motivazioni. «Quello che però è già chiaro – ha aggiunto l’avvocato di Schettino – è che c’è stata da parte dei giudici una rideterminazione della pena rispetto alle richieste e una visione diversa da quella della Procura. Schettino non è un delinquente questo è sempre stato un incidente colposo». Parla di «una sentenza equilibrata e che ci soddisfa» l’avvocato Marco De Luca, legale di Costa Crociere. De Luca ha espresso anche «soddisfazione» perché il tribunale ha riconosciuto l’equità dei risarcimenti offerti da Costa Crociere e ha rigettato le richieste «marcatamente speculative » avanzate dalle parti civili. La condanna di Schettino «è un esito scontato » del processo per l’ex-procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, presente in aula ad ascoltare la lettura della sentenza. Verusio ha guidato la procura toscana fino a qualche settimana quando è andato in pensione. «Le prove raccolte erano tali che non poteva andare diversamente e i giudici hanno confermato tutte le accuse». «È stata una scelta sbagliata – ha osservato Verusio – quella di Schettino di voler affrontare il dibattimento. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni». L’avvocato Alessandra Guarini, difensore della parte civile “Giustizia per la Concordia”, giudica positivamente «il segnale delle provvisionali riconosciute per i danni». «Noi – ha dichiarato – avevamo sollecitato ad andare oltre Schettino, che non poteva pagare per tutti. La Procura vada ora a individuare gli altri responsabili ». Critiche dure sono arrivate dai familiari delle vittime. «Sedici anni per 32 vittime non sono nulla» ha sottolineato Giovanni Girolamo, padre di Giuseppe, il musicista pugliese che lavorava sulla nave e che morì per salvare un bambino.